Komorebi, la luce che filtra attraverso gli alberi


Voglio vivere ogni giornata di sole, anche se molto fredda, per immergermi nella natura, catturarne tutta l’energia positiva mentre osservo i suoi mutamenti stagionali. Una sorta di meditazione che m’invita a riflettere sull’importanza di accettare l’impermanenza, quella trasformazione ciclica che mi permette di apprezzare giorno dopo giorno i mutamenti dettati dal tempo che passa.
Amo giocare a nascondino con il sole, mi muovo di continuo per vederlo far capolino tra i rami degli alberi, osservare le ombre che forma, le sfumature che accentua o affievolisce alle foglie dagli splendidi colori autunnali.


Non sapevo che nella lingua giapponese esistesse una parola che, pur intraducibile, descrive, quasi in una forma poetica, “la luce che filtra tra gli alberi”, ovvero komorebi 木漏れ日, formata dagli ideogrammi di albero [木] luminosità [漏], filtro [れ], fuga [る] e sole [日].
Un significato bellissimo, romantico, che aiuta ad entrare in sintonia con la natura nel modo più profondo, quasi magico. Anche se l’aria è così pungente che sembra celare gli odori, cerco di assimilare tutte le sfumature, cromatiche, olfattive e i suoni… i rumori dei miei passi sulle foglie secche, il gracchiare dei corvi e delle gazze e il flebile nitrito di alcuni cavalli che pascolano in lontananza.

Cammino svuotando la mente e fondendomi con la natura che mi circonda, guidata al io istinto, impugno la mia Nikon che ho al collo e scatto qualche foto senza pensare a quale sarà il risultato, sono solo le emozioni del momento a prevalere.
Nel Parco del Golfo della Quasi ritrovo me stessa, un luogo quasi mistico, dove la passeggiata è una sorta di un momento spirituale, la mente è libera e ogni passo è un gesto consapevole, sincronizzato in modo naturale con il respiro. Felicità allo stato puro.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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