Non solo glamour e charme, l’affascinante storia della Carta di Varese, narrata da Carla Tocchetti


Sono ben poche le persone che non maledicono in toto questo anno bisesto e sicuramente una di queste è Carla Tocchetti, curatrice di eventi culturali che a inizio anno e in pieno lockdown si è reinventata un modo per promuovere e far rivivere l’Arte anche in tempo di pandemia, organizzando visite presso studi di Artisti dell’area geografica viscontea, che spazia dal novarese a Milano fino a Lugano e abbracciando le zone dei laghi prealpini.
Ricordo ancora quando a marzo Carla mi telefonò annunciandomi con tanto entusiasmo il suo progetto ARTE IN STUDIO che da lì a poco iniziò a prendere forma, prima con il sito quindi con le visite guidate a quegli atelier che non sono solo il luogo dove vengono concepite e create le opere, ma diventano una sorta di museo emozionale raccontati dagli stessi artisti.
Carla Tocchetti è un’innamorata della cultura e questo fa sì che ci metta il cuore in tutto ciò che fa, non fermandosi in tempo di Covid, riaprendo a settembre le porte dello spazio espositivo del Battistero di Velate con la mostra Archeovisioni Industriali, le fabbriche di Vincenzo Morlotti, seguita da Thonet. La rivoluzione del legno curvo, per poi vedersi costretta a gettare nuovamente la spugna sugli eventi in presenza a seguito del secondo lockdown, che non le ha nemmeno permesso di presentare quello che ritengo sia il suo fiore all’occhiello di questo 2020, il libro La Carta di Varese, fascino e splendore edito dalla Pietro Macchione Editore.
Chiamarlo semplicemente libro è riduttivo, è il frutto di tante ricerche e una minuziosa ricostruzione storica che Carla Tocchetti documenta e racconta con tanta passionalità, con quel suo tocco di sensibilità che la contraddistingue e che rende molto gradevole la lettura, una sorta di fil rouge che unisce Venezia a Varese, in una storia che ha inizio a metà del settecento.
Nella città lagunare la ditta Remondini, originaria di Bassano, produceva carte decorate con la tecnica xilografica monocolore, bicolore e multicolore, riportanti bellissimi disegni che spaziavano dai semplici reticolati, a soggetti floreali, uccelli e farfalle, che spesso le signore aristocratiche e borghesi sceglievano come carta da parati, o per realizzare ventagli, cappelliere e piccole cassettiere da tavolo.
Attorno al 1860, a seguito del susseguirsi di diverse vicissitudini, cessa l’attività dei Remondini e per una serie di straordinarie circostanze la produzione di quelle famose carte viene avviata proprio a Varese, grazie al grande fiuto imprenditoriale di Andrea Ponti jr.
E qui il racconto di Carla Tocchetti si sofferma sulla famiglia Ponti, conosciuta ai più per le splendide ville sul colle di Biumo, svelando pagine di storia che ritengo pochi varesini conoscano, come, ad esempio, l’origine del nome dell’isolino Virginia, in onore della moglie di Andrea Ponti jr che acquistò il lago di Varese dai Litta e regalò l’isola lacustre alla romantica consorte.
Non solo pagine di storia ma anche bellissime illustrazioni, come la riproduzione fotografica dell’intero catalogo della Carta di Varese commerciate dal varesino Giuseppe Rizzi al quale le sorelle Ponti, figlie di Virginia e Andrea jr, si affidarono per realizzare il progetto di produzione e vendita.
Un libro affascinante che ho letto tutto d’un fiato, presa per mano da Carla Tocchetti che mi ha condotto in un viaggio straordinario iniziato ai tempi dell’Illuminismo, prendendo così coscienza che quella carta con bellissime greche, che acquistavo dal cartolaio per ricoprire i miei libri di scuola e foderare i cassetti della mia scrivania, era solo una copia volgare di quella Carta di Varese che tanto mi vantavo di esibire.
Ritengo che ogni varesino debba avere nella propria biblioteca questo saggio che narra di un importante tassello di storia della Città Giardino, un prodotto e un nome, quello della Carta di Varese, mai brevettato e la cui testimonianza storica non la troviamo esposta in un museo, come meriterebbe, ma vive ancora grazie a quei pochi estimatori che ne posseggono alcuni esemplari e alla collezione privata di Carlo e Alberto Lavit, che nel 2019 è stata gentilmente concessa dai fratelli varesini a Beautiful Varese International Association per la mostra dal titolo Varese 1902. Storie di donne, storie di doni che si è tenuta presso il Battistero di Velate.
Un libro per sé o da regalare a Natale, una strenna di spessore che sarà molto apprezzata da chi la riceve in dono, acquistabile online direttamente dal sito della Pietro Macchione Editore.
Grazie Carla per questo meraviglioso regalo che hai fatto alla tua Varese che ti ha adottato e tu contraccambi donando alla città tanta Cultura, quella con la C maiuscola, che soprattutto in tempo di Covid ha bisogno di essere coltivata con passione e presentata con delicatezza, come solo tu sai fare.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

5 risposte a "Non solo glamour e charme, l’affascinante storia della Carta di Varese, narrata da Carla Tocchetti"

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  1. Ah che bella storia! Grazie Manu!
    Non sapevo della carta di Varese, pur avendola sempre ammirata senza saperne nulla!
    Se non erro Macchione era l’editore di un mio cugino, morto quasi centenario pochi anni fa, mentre ancora stava scrivendo la sua ultima opera su un computer. Di cui io ero una periferica, peche’ lui mi chiamava un giorno si ed uno no per qualche problema del PC … ma era tutta una scusa.

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