T6AE – segnali di pace da Fort Apache


Quando sentiamo nominare la Benemerita il nostro pensiero corre inevitabilmente all’Arma dei Carabinieri, una delle quattro forze armate italiane, fondata nel lontano 1814, che svolge funzioni di polizia ordinaria e, nei confronti delle altre forze armate, anche quella di polizia militare.
Temuti, amati, da sempre insostituibili e nei secoli fedeli, come recita il loro motto coniato nel 1914 dal Capitano Cenisio Fusi in occasione del primo centenario dell’Arma e che il 10 novembre 1933 venne concesso anche come motto araldico da Vittorio Emanuele III, i Carabinieri infondono ai cittadini un senso di sicurezza quando li vediamo, in coppia, pattugliare le strade delle nostre città.
Ma il loro impegno non si limita al solo territorio italiano, tant’e’ che li troviamo impegnati anche all’estero in varie missioni di pace.
Nell’ultimo decennio, dopo l’ Iraq, i Carabinieri sono presenti soprattutto sul territorio afghano, dove partecipano sia alla missione Isaf (International Security Assistance Force) a guida Nato, sia a Eupol (European Union Police Mission); in questo ambito i Carabinieri collaborano con forze di polizia di paesi alleati nell’addestramento delle forze di sicurezza afgane. In particolare, nel 2009, il governo americano ha chiesto all’Arma dei Carabinieri di addestrare l’ANCOP, Afghan Civil Order Police. Inoltre, all’interno dell’area di responsabilità italiana, denominata Regional Command West, operano i PAT (Police Advisors Team), composti da Carabinieri, che sono responsabili della supervisione operativa dei comandi di polizia afgani.
I Carabinieri operano nei tre centri addestrativi di Kabul, Herat e Adraskan, nell’ambito della missione denominata NTM-A (Nato Training Mission Afghanistan) nata nel 2009 sui successi dell’addestramento delle forze di sicurezza irachene. Ad Adraskan, nel distretto della provincia di Herat, circa una sessantina di Carabinieri costituiscono l’unità operativa denominata Police Specialty Training Team (PSTT), qui si svolgono i corsi per l’addestramento degli allievi della polizia afghana che andranno a costituire i reparti dell’ ANCOP, polizia con caratteristiche di “robustezza” tali da poter operare servizi di ordine pubblico, ma soprattutto supportare la polizia locale durante la loro attività in contesti dove la sicurezza è ad alto rischio. All’interno del centro i nostri Carabinieri svolgono corsi supplementari agli istruttori afghani del centro addestrativo, volti ad incrementare e a migliorare le conoscenze sul tiro, sulla guida sicura degli automezzi in dotazione e sulla pianificazione operativa. L’obiettivo, oltre alla formazione, è rendere il personale del centro autonomo, cioè in grado di lavorare da solo, una volta che la missione internazionale sarà finita.
E’ qui che ha prestato servizio in diversi periodi, dal 2005 fino al 2011 Tullio Mott, Ufficiale dell’Arma, con nominativo ministeriale IW2KKI e dal 2009 titolare del callsign T6AE.
Nelle precedenti esperienze Tullio ha operato come YA/IW2KKI ma il desiderio di ottenere un nominativo afghano non lo ha fermato davanti alle varie difficoltà per il rilascio da parte del Ministero delle Informazioni Tecnologiche, previo pagamento della tassa di circa 200 dollari. Pur di ottenerla Tullio ha sfruttato una precedente richiesta di un radioamatore tedesco ed ha dovuto armarsi di tanta pazienza. In Afghanistan tutto ruota attorno alla volontà di Allah, “inshallah” , pertanto tutto ha dei tempi di maturazione molto approssimativi e nel caso di una delle poche licenze radioamatoriali richieste si parla di un minimo di due mesi.
Nelle prime due missioni, le circostanze di lavoro non hanno permesso di sfruttare a pieno l’opportunità di operare la stazione radio. Nell’ultimo impiego, la stazione T6AE era istallata dentro la base dei Carabinieri, costruita all’interno del centro addestramento ed all’inizio conosciuta come Fort Apache ed era costituita da un Yaesu FT897 con accordatore automatico, un PC con un interfaccia per i modi digitali, DV Dongle per il D-Star e come antenna una sorta di souvenir d’Italie: una windom autocostruita dall’amico Vittorio IW2NWV, preferita ad una iniziale canna da pesca con tanto di vessillo tricolore alla sommità, alla quale Tullio ha dovuto immediatamente rinunciare per motivi di sicurezza. Anche Antonio, IK8XVA, ha regalato a Tullio una polo dell’ARMI dedicata alla nave Carabiniere, dismessa dopo lunghi anni di onorato servizio. Non potevano mancare stendardo e berretto COTA, l’Associazione Carabinieri Radioamatori di cui Tullio è socio.
L’impegno di Tullio nel suo compito di addestramento delle unità di polizia afghana non gli permetteva di avere dei tempi stabiliti da dedicare alla radio, oltre alla difficoltà di trovare spazio in frequenza a causa della costante presenza di OM russi che occupavano interi segmenti di banda con segnali molto forti e sblatteri nelle poche frequenze lasciate libere.
Inutile sottolineare che ogni chiamata di T6AE in buone condizioni di propagazione significava pileup assicurato, ma naturalmente non è mai stata questa la massima aspirazione di Tullio.
Quando si vive in un paese difficile come l’Afghanistan, martoriato da un trascorso di quasi 30 anni di guerra e soggetto a continui stravolgimenti politici, non si può mai mollare la guardia ed anche i momenti di riposo che si dedicano ai passatempi personali che non sono mai in completo relax.
Portare con sé la radio in missione di pace è come assicurarsi una sorta di contatto costante con il mondo, ma ciò che più cercava Tullio quando pigiava il tasto on del suo ricetrasmettitore era una voce italiana, meglio se di uno dei tanti amici della Sezione A.R.I. di Gallarate (VA) o dei colleghi del C.O.T.A., sempre ansiosi di poterlo collegare, non tanto per poter annoverare un country raro, bensì per riuscire a scambiare quattro chiacchere amichevoli e riportarlo virtualmente a casa per qualche minuto. Parlando con lui mi raccontava che emozionanti sono stati infatti i contatti con l’amico Vittorio IK2TDR e quello con le stazioni che celebravano il 150° dell’Unità d’Italia, per non parlare delle manifestazioni di vicinanza e sostegno ricevute da Tullio durante i collegamenti “meno affollati” con i radioamatori Italiani, quando oltre all’RST si potevano scambiare alcune parole, la maggior parte a descrivere l’emozione di chi, dall’altra parte del microfono, sentiva una voce italiana, da un territorio molto lontano, che rappresentava il proprio Paese.

La radio, supporto insostituibile per i Militari impegnati in missione di pace per mantenere i contatti con la base quando escono in pattuglia, la radio in grado di mettere in contatto tanti Radioamatori ansiosi di mettere a log una stazione rara quale T6, ma è anche quella stessa radio che talvolta riporta alla tragica e cruda realtà di quei luoghi ed anche per Tullio è stato così.
Nel 2009 Tullio aveva fatto amicizia con un radioamatore James WA2EWE, un ufficiale americano che a Kabul si interessava della nascente aereonautica afgana, addestrandone i piloti; James era un veterano nelle missioni di pace ed aveva operato anche in Iraq.
Tullio lo aveva aiutato ad ottenere la licenza T6AF e subito James si era premurato di aggiornare la sua pagina di QRZ.COM scrivendo “quasi tutti i giorni opero attorno alle 12:30 – 14:30 UTC. A volte resto in QRV fino alle 15:00 UTC”. James ha purtroppo perso la vita il 27 aprile 2011 per mano di un pilota afghano, al quale stava dedicando la sua missione, che ha aperto il fuoco durante un meeting nel quartier generale dell’aviazione all’aeroporto di Kabul uccidendo oltre a James, altri 9 soldati americani dell’Isaf .
Tullio dice sempre che ognuno di noi, militare o meno, che si trova a viaggiare lontano dal proprio Paese, per lunghi periodi, porta qualcosa che lo aiuti a ricordarlo, anche nei momenti difficili. Una foto, un piccolo oggetto… I radioamatori, invece, anzichè pochi grammi, portano sempre fardelli ingombranti, problematici per la frontiera e quasi all’insegna di un masochismo esasperato; chili di materiale pur di fare il fatidico pileup per alcuni, o almeno UN, dicasi UNO, semplice QSO con voci amiche… per fortuna che abbiamo la radio!

73′ Emanuela IZ2ELV

(pubblicato originariamente su Radio Rivista, dicembre 2012)

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