Che bella giornata di sole, voglio godermela tra i colori autunnali.
Domani e dopo non potrò permettermi una salutare passeggiata, quindi prendo la Nikon e m’immergo in una meditazione camminata, svuotando la mente, osservando ciò che c’è attorno al mio intercedere lento, finché certi colori del fogliame autunnale non mi fanno emozionare e allora mi fermo ad ammirarli, ad accarezzare delicatamente le foglie e a fotografarle.
In questa stagione la natura è intensamente bella, di una bellezza che potrebbe apparire struggente e malinconica, pensando che giorno dopo giorno tutte queste foglie colorate seccheranno, cadranno, lasciando gli alberi e i rami degli arbusti spogli. Così è il suo ciclo e apprezzo la sua impermanenza.
Sono certa che queste foglie percepiscono le mie carezze, un modo intimo per ringraziarle delle emozioni che mi suscitano con i loro colori, l’ultimo saluto prima che anche una leggera brezza di vento spezzi quel filo sottile che le tiene ancora legate alla vita.
Non bado alla tecnica fotografica, fisso solo quello che vede la mia anima, la mia Nikon ora è solo una tavolozza che mi permette di catturare quei colori della natura che mi fanno esclamare “oh”, ritornando bambina.
Continuo a camminare pensando a nulla, passeggio aspettando solo che un nuovo e colorato quadro naturale si presenti davanti ai miei occhi.
Non so da quanto tempo sto camminando, non sono stanca ed è l’istinto a guidarmi senza pensare quale strada prendere.
Di tanto in tanto mi trovo davanti qualche scorcio del mio paese che merita uno scatto. Ho un legame affettivo molto forte con la cittadina che ha dato i natali a mio marito, dove ci siamo incontrati nel lontano 1978 e da sette anni anni abbiamo realizzato il sogno di viverci.
Oggi più che mai mi sono sentita ispirata dalla citazione del grande Vincent van Gogh: “Finché ci sarà l’autunno, non avrò abbastanza mani, tele e colori per dipingere la bellezza che vedo” .
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
Tremaghi Blog 
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