Non indugiare sul passato; non sognare il futuro, concentra la mente sul momento presente (Buddha)


Il temporale di qualche notte fa ha reso la temperatura un pò più gradevole, spazzando via l’afa opprimente che mi metteva addosso un senso di stanchezza cronica.
Ho voglia di uscire a fare quattro passi in paese, giusto per muovermi un pò, una meditazione camminata, la pratica di passeggiare in consapevolezza, concentrandomi sul respiro, cosa facilitata dall’uso dei bastoncini per alleviare il carico sulle ginocchia.
Metto al collo la Nikon, non si sa mai e parto in direzione centro storico, la parte di Azzate che preferisco e che profuma di storia.


Il passo è lento, così pure la respirazione sulla quale sono concentrata pur guardandomi attorno percorrendo una strada che ho percorso non so quante volte. La mia attenzione viene catturata da una finestra alla quale non avevo mai fatto caso e che merita una foto.
Continuo il mio vagare consapevolmente senza meta e poco più avanti mi fermo ad ammirare un vecchio portone aperto, che non avevo mai notato in passato. Mi fermo per uno scatto.
Riprendo i miei bastoncini e piano, piano e sempre concentrata sul respiro, mi dirigo verso casa, quando, prima di attraversare la strada, scatto un’altra foto: troppo caratteristiche le strisce pedonali colorate dai fiori caduti da un albero.
Riprendo il mio percorso, sebbene non abbia fatto una lunga camminata il tempo sembra essersi dilatato facendomi apprezzare tutto quanto ho intorno, quand’ecco che ammiro uno scorcio da un’angolazione diversa dal solito e sempre passata inosservata. Un ultimo scatto, prima di arrivare a casa.
Era da molto, troppo tempo che non facevo una meditazione camminata e mentre salgo i due piani di scale penso ai vantaggi di vivere nel presente, gustando ogni attimo della vita, che è unico e non si ripete.

Se penso a quanti attimi della mia vita mi sono persa, rincorrendo il domani e il futuro.
Prima nei cinque anni di collegio, quando già la domenica sera contavo le ore che mi separavano dalla fine delle lezioni del sabato che sanciva la mia libera uscita. Giornate vissute da automa, scandite dai tempi e le scelte che ci imponevano le suore.
Poi durante la mia vita lavorativa, quando il lunedì non vedevo l’ora che arrivassero le 17:30 del venerdì, rincorrendo le vacanze di Natale, i ponti per le festività e le ferie.
Un continuo voler pigiare sull’acceleratore per far volare il tempo, mentre i giorni, i mesi e gli anni passavano inesorabili senza che mi accorgessi quanto di bello avessi attorno.
Stravolgendo la mia filosofia di vita e spiritualità, ora ho imparato, non voglio più perdermi un alba, un tramonto o un’ape che sugge il nettare dal fiore. Ne vale sempre, veramente la pena.

Ogni attimo che passa,
un pezzettino della tua vita sparisce;
di questo è composta la nostra esistenza.
Ci sono stati donati
piccoli mattoncini di tempo
e c’è chi ci costruisce un palazzo,
chi invece una strada verso la felicità.
Chi li utilizza per studiare,
chi per amare
e c’è chi li perde
senza conoscere la loro importanza.
Quanti ne hai sprecati?
Decidi ora di essere felice.
Fai dei tuoi mattoncini di tempo
dei gioielli preziosi!

Corrado Debiasi (da Il monaco che amava i gatti)

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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