Sono le 5:45 del 25 agosto, come tutte le mattine vado in soggiorno per preparare la pappa a Kimi che deve fare l’insulina. Il locale è poco illuminato, solo dalla luce naturale che entra dalle porte finestre che mi appresto ad aprire. Esco sul balcone e ricevo il più romantico buongiorno che potessi mai sperare, la sottile falce della luna calante, poco più in basso Venere, circondate da tante nuvolette che sembrano messe lì, per mano di un pittore, per donar loro enfasi.
“Ciao, sono la luna del Cervo, sono passata a salutarti prima di scomparire dal cielo. Sabato passerò lo scettro alla luna dello Storione e non so se domattina riuscirò a farmi vedere. Non dipende da me, ma dalle mie amiche nuvole, che giocando a rincorrersi potrebbero oscurarmi. Spero di lasciarti un ricordo positivo di questo mio passaggio. Per me è stato bello illuminare le tue notti e donarti la positività che tu sai cogliere dalla mia luce. Arrivederci a luglio 2023”.
L’ho fissata a lungo ascoltando il suo saluto quasi con commozione. Non sono matta. Noi persone sensibili ed empatiche siamo fatte così; nel silenzio ascoltiamo e facciamo tesoro di tutti i messaggi che ci manda l’universo. Ci emozioniamo per un’alba, un tramonto, un’ape che sugge il nettare di un fiore, sappiamo trarre dolci melodie dal suono della pioggia e amiamo le carezze del vento.
Un pò come gli Indiani, nativi americani, che avevano dato un nome a ogni luna dell’anno, che consideravano ogni essere vivente, vegetale, animale e umano, tutti parenti e figli della Madre Terra, ritrovandosi in quel cerchio chiamato vita e che noi occidentali abbiamo trasformato in un quadrato.



Le nuvole si rincorrono fino a scomparire, lasciando il cielo limpido e la luna sempre lì, davanti a me, bellissima. Riesco a intravedere tutta la sua circonferenza. È un’attrazione quasi magnetica, non riesco a distogliere lo sguardo, finché le luci dell’alba non la fanno scomparire.
All’orizzonte il cielo si colora sempre più di rosa risaltando ancora di più le sagome delle montagne, dal Monte Generoso alla Grigna.
É la magia dell’alba, non distolgo lo sguardo da quel lembo di cielo che diventa sempre più rosso infocato finché alle 6:55 non compare lui, il sole, pronto a donare tutta la sua energia alla natura, dando inizio alla prima fase della fotosintesi, fondamentale per la vita del nostro pianeta.
Assistere al sorgere del sole per me è rinascere ogni giorno, affrontandolo con lentezza per assaporarlo fino in fondo, sempre come se fosse il primo della mia vita e con l’ottimismo e la speranza che rinascerò anche domani.
Buongiorno vita, buongiorno mondo!
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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