Oggi è la giornata giusta per fare quattro passi, c’è il sole e l’aria frizzante mattutina m’invita a passeggiare per le vie del paese. Lo faccio in tranquillità, guardandomi attorno come se percorressi quelle strade per la prima volta e mi capita di cogliere dettagli che mi erano sfuggiti in precedenza. Mi soffermo ad osservare due piccioni che litigano per una femmina sopra un filo tra due antiche abitazioni, se le danno di brutto, presi da un’ira incontrollabile. Quando monta la rabbia è difficile trattenersi e questa non è una prerogativa solo degli animali, purtroppo. Per anni ero convinta che fosse sbagliato tenersi tutto dentro e dovevo sfogare la rabbia per non farla aumentare anche se in realtà era il mio modo di gestirla, pensandoci in continuazione, facendo sì che montasse fino a diventare un chiodo fisso, facendomi del male. Poi è entrato lo zen nella mia vita e tra i suoi tanti insegnamenti c’è anche come prendersi cura della rabbia, accettandola senza essere sopraffatti, coltivando la pazienza, focalizzandosi sul respiro, cosa non sempre facile in certe circostanze, che richiede molto impegno e talvolta, confesso, ci ricasco ancora. Il Buddhismo insegna che alla base dell’insoddisfazione e sofferenza ci sono i tre veleni, tre passioni distruttive e profondamente radicate negli umani, ovvero l’ignoranza, l’attaccamento nel senso di cupidigia e la rabbia, una ragione in più per imparare a farli uscire dalla mia vita. Uno dei primi insegnamenti del Maestro Tetsugen Serra che avevo seguito nei suoi video durante il lockdown, parlava della mente del principiante, spiegando questo atteggiamento di apertura e accettazione con l’umiltà di aver sempre qualcosa da imparare, saper ascoltare senza giudicare raggiungendo un comportamento equanime. Piano, piano ho iniziato a mettere in pratica questi insegnamenti che mi hanno portato ad imparare soprattutto l’ascolto e ad essere compassionevole, accettando gli altri e il loro modo di vedere le cose anche se diametralmente opposte al mio pensiero, evitando quindi ogni forma di conflitto. Ma alla base di tutto c’è sempre la consapevolezza, la presenza costante nel qui e ora per imparare ad abbracciare la rabbia prendendosene cura con serenità. Un utile aiuto per imparare a gestire questo dannoso sentimento e spiegato con la tutta dolcezza che contraddistingue il Maestro zen vietnamita Thich Nhat Hanh, è il libro “Spegni il fuoco della rabbia”, un saggio che consiglio di leggere a prescindere… i libri dei Maestri zen, sono sempre una dolce cura ricostituente per la mente e l’anima!
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


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