Amico farro, prezioso per la nostra salute.


“Il farro è il cereale migliore. Ha potere calorico, è molto nutriente ed è il più leggero di tutti gli altri cereali. Il farro fà buona carne, buon sangue e dà un carattere allegro e spensierato a chi se ne alimenta. Deve essere cucinato: puoi farne pasta, pane ed altro ancora; il farro, è buono, leggero e digeribile…”

Questa frase non è tratta da un recente articolo di medicina nutrizionale, bensì risale al XII secolo e l’ha scritta Santa Ildegarda di Bingen nella sua opera medico-naturalistica Subtitlitates diversarum naturarum creaturum, ovvero Physica e Causae et curae, scritta attorno al 1155.
Proclamata Santa e Dottore della Chiesa Universale da Papa Benedetto XVI il 7 ottobre 2012, dopo un lunghissimo processo di canonizzazione iniziato nel 1227 e riaperto nel 1979 da Papa Giovanni Paolo II a 800 anni dalle sua morte, Ildegarda nacque nel 1098 a Bermersheim vor der Höhe, a sud di Bingen, nell’Alsazia-Renana, in Germania.
Decima figlia di una nobile famiglia, ebbe un’infanzia caratterizzata da una salute molto cagionevole e da frequenti visioni, che spinsero i genitori ad affidarla alla loro parente Jutta von Sponheim, badessa del convento benedettino di clausura di Disibodenberg, fondato dal monaco irlandese Disibod. A quell’epoca alle donne non era consentito l’accesso alla cultura, ma grazie all’ingresso nel monastero, la piccola Ildegarda studiò latino, matematica e musica e potè dedicarsi sin dall’infanzia al giardinaggio e alla coltivazione delle erbe, diventando quindi una donna colta e dalle doti straordinarie, che la portò a studiare il corpo umano e il suo funzionamento.
Fu lei la prima sostenitrice delle tante proprietà del farro antico, che anche la medicina moderna gli riconosce le proprietà di migliorare i livelli di colesterolo e glicemia, di essere una buona fonte di minerali quali ferro, magnesio e fosforo, vitamine del gruppo E e B, acidi grassi salutari che favoriscono il buon mantenimento dei vasi sanguigni, ma non solo, gli si attribuisce di favorire la produzione degli ormoni della felicità e del benessere, grazie al contenuto di sei degli otto amminoacidi essenziali.
Il farro vanta anche il primo posto nella scala degli alimenti che aumentano le difese naturali, grazie al principio difensivo che è stato isolato e consiste in cianuro e rodanuro legati allo zucchero, i cosiddetti glicosidi cianogenici o nitrilosidi, che vengono spaccati fermentativamente e rilasciati dalla saliva durante il pasto e che hanno un effetto antimicrobico in bocca e un effetto immunostimolante nell’organismo. A causa della loro importanza vitale sono chiamati anche “vitamina B17″. 
Introdurre il farro nella propria dieta quotidiana è alla base del trattamento di tutte le malattie dello stomaco e dell’intestino, dei reni e di tutte le malattie metaboliche, un’alimentazione adatta tutte le fasce d’età, dai bambini grazie ai suoi importanti elementi per uno sviluppo sano, fino agli anziani, ai quali questo antico cereale fornisce tutte le sostanze importanti per un sistema immunitario attivo.
Da anni ho sostituito la pasta di semola di grano duro con quella di Farro triticum dicoccum italiano biologico, che trovo da Esselunga. Per i palati più delicati posso confermare che non ha alcun retrogusto e, rispettando i tempi di cottura indicati sull’etichetta, la sua consistenza è perfetta per qualsiasi ricetta di alta cucina. La mia ricetta preferita? Con verdure cotte a vapore e condita con pesto alla genovese.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

(Fonti: https://www.santa-ildegarda-di-bingen.it/it/https://smartfood.ieo.it/)

2 pensieri riguardo “Amico farro, prezioso per la nostra salute.

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  1. Una volta il pane scuro era destinato alla plebe. C’era una enorme differenza tra gli stili di vita alimentare tra i contadini e i signori, anche se poi i contadini si consolavano dicendo: ‘pèn call e maccareune scettn’derre i bareune’

    (pane caldo e maccheroni

    gettano a terra (anche) i baroni

    (proverbio grumese, Grumo Appula)

    Quindi è rimasto in molti a livello istintivo il voler mangiare pane bianco. L’altro è per i poveri…

    Oggi invece è il contrario. Quando vai al supermercato e scegli pane ai 5 cereali o di farro, di segale ecc., devi pagarlo di più…

    Il mondo è andato al contrario. Non solo questo alimento, ma anche tanti altri, come legumi secchi (lenticchie, ceci, ecc.), con la scusa di essere di Colfiorito, Lamon, ecc.) ed altro, costano cifre esorbitanti rispetto al passato.

    Il grano era caro e si riservava alla tavola dei signori, per cui si coltivavano fave, piselli, ceci, che si accontentano di meno in termini di risorse del terreno. Oggi valgono molto di più, con la scusa della dieta ‘mediterranea’, che poi spesso non lo è: carne solo la domenica. Un piatto prelibato: orecchiette fatte in casa, al ragù di maiale. Pasta solo fatta in casa. Quando a Grumo arrivò la pasta industriale prodotta dai pastifici, fu considerata un non plus ultra, e molti incominciarono a schifare quella casalinga, collosa, sempre diseguale (!). Perfino papà, del ’20, a Giulianova (TE), non sopportava la pasta alla chitarra che faceva una delle quattro sorelle. Ognuna era specializzata: mamma tirava il collo al pollo, ruspante, che proveniva dalla campagna di nonno Nicola. Zia Maria faceva la pasta alla chitarra, un’altra sapeva cuocere molto bene al forno, ecc.

    Ora la pasta alla chitarra è ricercata… insieme alle tante specialità abruzzesi: timballo di scrippelle (crèpes), sugo di castrato, arrosticini, ecc.

    Tutto al contrario.

    Pane al farro: oggi è ricercato.

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    1. Caro Michele,
      già nel 1930 lo scrittore austriaco Robert Musil nel suo romanzo “L’uomo senza qualità” scrisse una frase, “il progresso è regresso” citazione che anno dopo anno si avvalora sempre più.
      Rimanendo nell’ambito alimentare rimango basita quando al supermercato vedo giovani mamme riempire carrelli di cibi preconfezionati e cibo spazzatura di ogni genere.
      Come hai scritto tu, i legumi, un tempo considerati la carne dei poveri, ora costano di più del filetto.
      Il mio papà trascorse il tempo del secondo conflitto mondiale in un collegio della GIL a L’Aquila, rimpatriato con i suoi fratelli dalla Cirenaica, dove mio nonno lavorava la terra arida e spesso mi raccontava che tutti i giorni gli davano da mangiare pasta e ceci.
      Ora se vai in un ristorante stellato a mangiarne un piatto, lo paghi un occhio della testa.
      Come dici tu, il mondo gira al contrario!
      Un caro saluto!
      Emanuela

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