Capitolo 18 – L’altra faccia del pileup (di Kirsti VK9NL)


Nel bel mezzo del disbrigo delle faccende inerenti alle QSL dopo KH1, era arrivato l’ultimo numero del RSGB DX News Sheet, che riportava la seguente “ODE TO KH1” di Dewitt L. Jones, W4BAA (n.d.r.: non tradotta per la bellezza delle rime).

The Beam as firmly on Howland
The keyer was ready to go.
The mike was poised in position
The electrons ready to flow.

Then suddenly it happened
A weak sig on 195
caused an explosion of major proportions
as DXers came alive.

Now two VFOs are a major improvement
making split an easy delight.
But use the wrong one accidentally
and others are ready to fight.

“Up, up,” the policemen shouted
“Lid, lid!” Said others with glee.
“What a dope,” I said smugly,
Oh God! It might have been me!

“QRZ” said the weak island station
and everyone screamed “me, me”!
And kept right on calling
That’s how it works, don’t you see?

The station with X-ray only,
Please call again for goodness sake.”
But everyone added their call to the bedlam
In case there had been e mistake.

All at once, out of the splatter
came an answer to my fervent plea.
Replied as crisply as possible
Now certain they had called me.

Turned to my wife and said calmly
“I worked Howland, isn’t that fine?”
“What did they said?” she questioned
And I had to reply “just five-nine.”

It’s a small and simple dimension
that separates Hams from others you see.
What to some is bland and ho-hum
Is darned important to me.

So, I had cracked the pileup for Howland
when everything was up for grabs.
But, I learnt naught of its weather,
flora fauna or crabs.

Mi è piaciuta tutta l’Ode, ma è stata in particolare l’ultima strofa ad attirare la mia attenzione. La DXpedition di Howland Island ha sicuramente avuto la sua buona dose di pileup in radio, senza lasciare tempo per i bollettini meteo o anche solo per menzionare i granchi che erano impegnati a pulire i nostri piatti fuori dalla tenda.
Questi granchi in effetti ci avevano intrattenuto per tutto il tempo sull’isola di Howland. Avevamo preso l’abitudine di studiarli per vedere cosa stessero combinando e la conversazione in tenda spesso ruotava attorno ai granchi dell’isola e alle loro azioni. Una notte era stato riferito che alcuni criminali erano in preda alla furia. Agguantati sul sentiero che conduceva alla tenda per dormire, questi gangster avevano aggredito un tizio solitario uscito per una tranquilla passeggiata serale, lo avevano tirato fuori dal guscio ed erano scappati con il bottino. E io ero andata in radio dicendo “Sei cinque-nove”.
Godendomi il tramonto con una tazza di tè la sera, osservavo le sule che si sistemavano per la notte, con il papà che tornava a casa al nido. La mattina presto mamma e papà si svegliavano per primi, mentre il pulcino dormiva e sembrava morto. Una volta che anche lui era tornato alla vita, la mamma gli lisciava le piume in modo che sembrasse presentabile per stare seduto tutto il giorno, proprio come fa qualsiasi altra mamma con il suo bambino. Ed ero andata in radio dicendo “Sei cinque-nove””.
Ero andata a fare delle passeggiate sulla barriera corallina e guardavo le conchiglie giganti esposte alla bassa marea. Sebbene gli esperti avessero detto che erano abbastanza innocue e che fosse sicuro infilare la mano nelle loro bocche spalancate, non ero pronta a mettere alla prova quella teoria. Così mi sono riempita le tasche di splendide conchiglie e sono andato in radio dicendo “sei cinque-nove”.
Camminare verso la punta nord o sud dell’isola era ricompensato dalla magnifica vista delle onde che si infrangevano da tutte le direzioni.
“Sei cinque-nove” dicevo dopo in radio.
Pioveva quasi tutte le notti e il vento a volte soffiava piuttosto forte. La seconda notte la mia tenda per dormire si era strappata a metà e con la pioggia che inzuppava tutto dentro. Avevo messo il materasso ad asciugare al sole che stava sorgendo, sono andata in radio dicendo “Sei cinque-nove”.
La pioggia era stata una benedizione, ovviamente. Non c’era acqua dolce sull’isola e non potevamo sprecare acqua dolce trasportata a riva solo per lavarci. Lavarsi nell’acqua di mare faceva male alla pelle, quindi ero solita raccogliere le pozzanghere di pioggia dai nostri teloni e usarle per lavarmi. “Sei cinque-nove”.

Non volendo tornare a casa con l’aspetto di una prugna secca, non uscivo mai senza il mio ombrello rosa. Mi abbronzai nonostante tutte le precauzioni, ma persino alle altre YL passavo solo “Sei cinque-nove”.
Facevamo una lunga passeggiata attraverso l’isola, alla ricerca dell’ex aeroporto. Avevamo visto i crateri delle bombe dove l’isola era stata bombardata in mille pezzi durante la seconda guerra mondiale. Sollevando le ginocchia fino al mento per superare l’erba lunga e dura, eravamo arrivati sul lato ventoso dell’isola dove ci eravamo seduti su un enorme tronco che era stato trascinato a riva dalle onde, forse un tempo faceva parte del carico di coperta di una nave sconosciuta. Tornati sani e salvi all’accampamento, eravamo andati in radio quella sera dicendo ai DXer “Sei cinque-nove”.
Poi era arrivata l’ultima mattina piovosa, impegnati a smantellare e imballare le stazioni, ma mantenendo una radio attiva fino alla fine, era un alveare di attività. L’equipaggio della nave stava trasportando l’attrezzatura sulla spiaggia per riporla sotto teloni fino all’imbarco. Jim, di ritorno da un viaggio a bordo, aveva riferito che con la nave che galleggiava così in alto nell’acqua, potrebbe essere stato difficile salire a bordo da un canotto che ondeggia. E, mentre mi preoccupavo per la dura prova di salire a bordo della nave, lasciando correre la mia immaginazione, Jean-Louis in radio continuava a dire “Sei cinque-nove”.
“Sei cinque-nove”. Questo è ciò che i DXer vogliono sentirsi dire. Piace così tanto che vogliono sentirlo ancora e ancora. “Quando sarai in 80 metri? Sarai in 40? Ci saranno operazioni in 160 metri? Mi dispiace di non averti sentito in 10! E via luna?”
Vogliono anche sentirlo in CW e poi vogliono VEDERLO in RTTY! Ma, per dirla come Dewitt nella sua Ode: “Questo distingue i radioamatori dagli altri; ciò che per alcuni è insipido e noioso, per me è dannatamente importante!”

73’ Emanuela IZ2ELV

(Crediti immagine QSL: https://dokufunk.org/amateur_radio/)
(Altri capitoli: https://tremaghi.blog/category/qrv-per-me-una-vita-da-dxer-di-kirsti-vk9nl/)

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