Quest’anno ho voluto celebrare a modo mio il capodanno celtico secondo l’antico Calendario di Coligny, pur senza osservare i riti religiosi o folcloristici derivanti dall’antica festività del paganesimo dei Celti. É il tempo in cui il buio ha il sopravvento sulla luce, degli ultimi dolci raccolti autunnali, dei semi che dimorano nella Terra in una sorta di letargo che li vedrà germogliare in primavera. É anche un momento molto particolare della mia vita, di trasformazione e soprattuto è forte la voglia di rinnovarmi e rigenerarmi che coincide con questa antichissima festività che ha dato origine anche a Halloween. Ieri sera ho scritto su un foglietto cosa vorrei sparisse per sempre dalla mia vita e l’ho bruciato assieme al braccialetto giallo di cotone, ormai liso, che mi aveva annodato al polso un monaco buddhista alla Fiera dell’Oriente dello scorso anno. Ho acceso anche una candela viola per ricordare i miei cari che hanno lasciato la vita terrena, lasciando che la sua fiammella brillasse per tutta la notte. Sono convinta che, al di là delle tradizioni millenarie, quando in occasione di determinate feste si vuole fare qualche rito, sia giusto ascoltare ciò che suggerisce il cuore. Il 31 ottobre è una sorta di tempo senza tempo e fuori dal tempo quasi fosse sospeso tra passato, presente e futuro, che come in un limbo verranno traghettati verso il 1° novembre, quando il novilunio imprime ancora più forza al desiderio di rinascita, chiudendo con il passato e aprendo un nuovo capitolo della mia vita. Grazie alla magnifica giornata dal cielo terso, questa sera ammirerò le stelle e parlerò come sempre alla luna nuova. Come la ninfa oceanina Perseide, che la rappresenta nella mitologia greca, custodisce in sé il significato profondo della vita che rinasce in una sorta di rigenerazione cosmica, intrecciando il ciclo biologico con il destino umano, una rinascita che invita all’introspezione e alla consapevolezza dell’impermanenza. Tutto può cambiare e pensare positivo affrontando il domani con serenità, è sicuramente di grande aiuto.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


Salve. Mi è arrivato come di consueto questo post, con le tue riflessioni su Samain.La conosco un po’ da letture qua e là, ed anche serie tv, come Outlander, incentrata sulle tradizioni scozzesi. Cerco di avvicinarmi, di aderire a certi momenti. È duro accettare che il passato è importante, ma occorre l’immanenza. Il mio più caro preside parlava di ‘tirannia del reale’… È meglio uno sproloquio glottologico tra vocaboli franco-italiani o 4 ciappette grammaticali in croce, a ragazzi di seconda media? Oggi tutti ricordano i cari defunti. Io ormai ne ho tanti da ricordare, a cominciare da mia moglie Rosalba deceduta a 43 anni… mi affidava 2 gemelli di 12. Quando il prete cercando nel mazzo dei pensieri consueti mi disse “Dio l’ha voluta in cielo perché ormai aveva compiuto la sua missione”, io mi ribellai pensando ai ragazzi… ‘Vaglielo a dire… ‘
Domani è un altro giorno… con nuovi sapori e dolori. I ricordi si aprono è chiudono.
Uno dei 2 è venuto in Italia, abita a Barcellona, e mi dà tanta felicità nel rivederlo… Se potesse vederci la loro mamma, ne sarebbe contenta.
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