Foschia


Mi alzo poco dopo l’alba tardiva di questi ultimi giorni di ottobre. Dal cielo terso della notte, si è passati alla foschia, una sorta di abbraccio tra l’acqua e l’aria intiepidito dai raggi del sole, che fondendosi creano un’atmosfera mistica. L’acqua simbolo della vita che nasce dall’amore e l’aria, il respiro della vita che tutto avvolge e s’infonde nell’anima.
Ho voglia di uscire a passeggiare in compagnia della mia Nikon, facendomi abbracciare da questa coltre di foschia, che m’invita a procedere con un passo lento per godermi il paesaggio dai contorni svaniti. Mi guardo attorno osservando il piccolo agglomerato di case medioevali. Sono innamorata del mio paese. Scatto qualche foto e mi accorgo che la foschia dona un certo fascino, creando un’atmosfera quasi ascetica.
Ne valeva la pena fare questi quattro passi per iniziare bene la giornata e scoprire il volto velato di Azzate. Le perfette geometrie edificate in tempi lontani sono ammorbidite da questa velatura naturale che ne esalta la bellezza.


Più volte avevo fotografato la foschia attorno alle rive del mio lago, quei piccoli banchi di nebbia che visti dall’alto disegnavano i contorni dolci di un un paesaggio quasi fiabesco che nella mia immaginazione lo volevo popolato da elfi.
L’atmosfera che crea la foschia mi ha sempre invitato a guardare oltre quel velo giocando con la fantasia. La luce diventa soffusa, lasciando spazio all’immaginazione, alla poesia che viene dal cuore. I colori si attenuano e ciò che mi appare sembrano scorci di quadri di Monet. Anche quando abitavo a Milano, negli anni in cui la nebbia in città era molto fitta, non mi ha mai trasmesso un senso di paura nel muovermi in mezzo ai contorni incerti. Tutto appariva all’improvviso come in un film di fantascienza. Alla fermata del tram non lo vedevo sbucare da lontano, la luce del numero era leggibile solo quando era già fermo. Nell’attesa, mi divertivo a scommettere con me stessa se il primo che fosse sopraggiunto, era quello che dovevo prendere.
Ho sempre amato ricercare il paesaggio nascosto dalla nebbia, scovando l’invisibile anche dentro di me con l’introspezione, aspettando che appaiano le risposte, come quando la foschia si dissolve.


Emanuela Trevisan Ghiringhelli

2 pensieri riguardo “Foschia

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  1. A parte il testo la foto è significativa. Da qualche tempo mi sto cimentando in pittura con acrilico. Finora un tramonto e una veduta dalla ringhiera della mia abitazione a S. Marco di Castellabate. Mi ispirerò alla tua foto per il prossimo tentativo. Grazie. Buone passeggiate.

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