L’autunno è una seconda primavera dove ogni foglia è un fiore (Albert Camus)


Benvenuto autunno, dai colori caldi e dei dolci frutti. Sei la stagione della vendemmia e del buon vino, ci coccoli con la dolcezza dell’uva, delle mele, dei cachi, della zucca, regalandoci i frutti di ciò che i contadini hanno seminato, coltivato con tanta fatica e ora iniziano a scegliere i semi che daranno vita a nuovi raccolti in primavera, facendoli essiccare e conservandoli al fresco e al buio.
Come lo yin e lo yang, nell’equinozio d’autunno la luce e il buio e il sono equilibrati tra loro, le temperature mattutine e serali iniziano a diventare frizzanti e cresce la voglia e il bisogno di tepore, di coprirsi. É la stagione che invita all’introspezione da vivere come un risveglio interiore, giornate che invitano alle passeggiate meditative tra i magnifici colori della natura, o nei boschi a raccogliere le dolci castagne. I Celti, che nel 400 a.C. si insediarono nell’Italia settentrionale, usavano vivere in perfetta armonia con i ritmi naturali di luce e buio secondo la Ruota dell’Anno che rappresentava il ciclo delle stagioni, celebrando gli otto Sabbat, i quattro maggiori (Samhain 31 ottobre, Imbolc 1° febbraio, Beltane 1° maggio e Lughnasadh 1° agosto) scanditi dai cicli dettati dell’agricoltura e allevamento, i restanti coincidevano con i solstizi e gli equinozi (Mabon autunno, Yule inverno, Ostara primavera, Litha estate)
Ancora oggi a Stonehenge si celebra il rito di Mabon, ringraziando per i doni ricevuti dalla Terra, che vengono consumati assieme a familiari e amici, tradizione simile a quella dei tempi dell’antica Roma e Grecia, con le tavole imbandite di raccolti ‘portati dalle divinità’.
Simbolo di Mabon è il corno dell’abbondanza che rappresenta sia la dovizia del raccolto e il perfetto equilibrio tra le energie maschili e femminili, ovvero la cornucopia straripante di frutti della Madre Terra riprodotta spesso nell’iconografia autunnale.
Le celebrazioni conviviali dell’equinozio d’autunno si celebrano anche in Asia orientale, dove prendono il nome di festa della Luna, la luna del raccolto. In Cina è usanza mangiare la torta lunare, un dolce tradizionale fatto con pasta di semi di loto su cui vengono incisi ideogrammi che augurano prosperità e felicità.
In Giappone si celebra il Shūbun No Hi, la festa dell’armonia ed equilibri legata alla tradizione buddhista di higan, che significa altra sponda, ovvero il passaggio all’autunno, legata alla festività dell’ohigan, quando è possibile entrare in contatto con gli antenati e con l’occasione ci si prende una cura particolare delle tombe dei propri cari. É anche il periodo in cui i giapponesi si dedicano alla contemplazione della pioggia di foglie d’acero, il momiji, albero considerato sacro, simbolo dell’impermanenza e dell’autunno. Tradizionalmente e secondo la filosofia dei giardini zen la foglia di Acero del Giappone è considerata simbolo di rinnovamento e non vanno mai raccolte prima che l’ultima non sia caduta per far sì che non interrompa mai il sacro ciclo della vita e delle stagioni.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

Un pensiero riguardo “L’autunno è una seconda primavera dove ogni foglia è un fiore (Albert Camus)

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  1. Ti propongo una citazione da Flaiano:

    ‘Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno l’invoca, la primavera l’invidia e tenta puerilmente di guastarla.’

    Tornato al Nord per necessità, si apre un autunno triste. Trovo poco giovamento a passeggiare, ad ammirare i colori carichi delle foglie. Il freddo avanza…

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