Donne orgogliosamente radioamatori.


Ci chiamano YL, siamo donne che sono entrate a testa alta in un hobby maschile, quello della radio, dell’elettronica, delle antenne e della fisica, nozioni che si devono conoscere bene anche per non farsi mai trovare impreparate dagli OM, acronimo di old men, ovvero i radioamatori.
Noi siamo le YL, young lady, non sarebbe stato carino se per par condicio ci avessero chiamate old woman. La nostra modulazione buca l’etere grazie ai toni alti della voce femminile e questo è l’unico vantaggio che abbiamo rispetto ai nostri colleghi maschi. Come loro abbiamo superato, senza sconti, esami ministeriali per ottenere la patente di operatore di stazione di radioamatore, uno di radiotecnica e, ai miei tempi, di ricezione e trasmissione telegrafica, prova ormai abolita da anni.
In radio veniamo trattate alla pari, spesso con un pizzico di galanteria dandoci la precedenza nei collegamenti, ma talvolta capita anche di sentirci dire “ma vai a fare la calza!” da qualcuno che comunque non ha il coraggio di identificarsi.
Ma quali sono gli effetti collaterali per una donna che sceglie il radiantismo come hobby? Nessuno, se non qualche stranezza che salta subito all’occhio. Quando facciamo lo spelling al telefono ci risulta difficile usare i nomi delle città e non l’alfabeto fonetico internazionale, pane quotidiano quando siamo in radio. Nella quotidianità, quando ascoltiamo qualche suono ripetuto, lo identifichiamo subito come una lettera dell’alfabeto Morse, che sia una strombazzata di clacson oppure qualche cicalino. Quando siamo su un mezzo pubblico, bus o treno e guardiamo fuori dal finestrino, passiamo in rassegna tutti i tetti alla ricerca di qualche antenna radioamatoriale e la scrutiamo per capire i gusti radioamatoriali del suo possessore. Non ci tiriamo indietro se dobbiamo usare saldatore e stagno per saldare un connettore al cavo coassiale, oppure controlliamo scrupolosamente l’efficienza di un’antenna con un analizzatore e stabiliamo se deve essere modificata leggermente per farla risuonare al meglio.
Poi ci sono certe situazioni che creano anche un pò di imbarazzo, tipo quanto mi è successo parecchi anni fa in ufficio. Il padre del mio capo era un SWL (short wave listener, ascoltatore di onde corte) e aveva la mania di comperare antenne nonostante continuassi a ripetergli che per l’ascolto basta un pezzo di filo elettrico collegato alla radio e buttato fuori dalla finestra. Un giorno ordinò un’inutile e piccola antenna Yagi (per intenderci del tipo direzionale utilizzata anche per ricevere i segnali televisivi del digitale terrestre), tra l’altro non idonea per l’ascolto delle onde corte, pensando di riceverla già pronta per l’utilizzo. Quando aprì la scatola di trovò davanti una serie di tubetti di alluminio e quelli che per lui erano strani aggeggi, corredati da vaghe istruzioni di montaggio che parlavano di boom, direttori, riflettori e gamma match, termini che lo mandarono nella confusione più totale. Pensò bene di richiudere l’imballo, prendere un cacciavite e venire in ufficio dalla sottoscritta, chiedendomi cortesemente di assemblarla. Felicissima di mettere da parte per le scartoffie per dedicarmi al mio hobby, mi misi all’opera sotto gli occhi incuriositi dei miei colleghi, che non mi risparmiarono qualche battuta ironica con il risultato di farmi solo sorridere.


Ma il divertimento puro è quando accendiamo la radio. Lo scorso weekend noi donne abbiamo monopolizzato un pò le frequenze e mi sono messa in gioco anch’io in una sorta di gara (contest) dove si dovevano collegare quante più YL possibili, soprattutto di un altro continente per un ottenere un punteggio più alto. La mia partecipazione al contest di per sé non è andata bene, ho collegato solo Raisa, una YL russa che gentilmente mi ha già confermato il collegamento con la consueta cartolina che si scambiano i radioamatori. Ma non è il risultato che conta, l’importante è partecipare, passare del tempo in radio alla ricerca di segnali lontani e collegare chiunque risponde alla mia chiamata, sia YL e OM, perchè al di là dell’acronimo, siamo tutti radioamatori accomunati dalla stessa passione, che fa sì che in frequenza siamo tutti friends e molto spesso nascono anche delle belle amicizie che durano nel tempo.

Emanuela, in radio IZ2ELV

2 risposte a "Donne orgogliosamente radioamatori."

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