Capitolo 21- Il Boss dello shack (di Kirsti VK9NL-sk)


Ci sono delle notizie che non vorresti mai ricevere, anche se il tempo passa inesorabilmente e con lui gli anni. Stamane ho ricevuto la notizia che Kirsti si è spenta il 30 agosto dall’amico Maury IZ1CRR, proprio colui che me parlò la prima volta nel 2006, quando ero costantemente alla ricerca di storie di YL da pubblicare su Radio Rivista. Quando Kirsti mi donò il suo libro “QRV a DXer’s Life for me”, le chiesi se potevo tradurlo e pubblicarlo in una sezione dedicata del mio blog. Acconsentì e sorridendo e con grande modestia mi chiese se fossi sicura che la sua storia fosse così interessante. Una grande YL che non amava mettersi in mostra e si divertiva a vestire diversi panni, come lo conferma questi e altri capitoli del suo libro. Ciao Kirsti, ora che hai ritrovato il tuo Jim, potrete nuovamente condividere il vostro shack!

Jim potrebbe rimanere sbalordito nello scoprire che non sono sempre io il boss dello shack. Ma, essendo un tipo modesto e riservato, tendo a lasciarlo andare in giro a suo piacimento; e non uso il termine “caos” alla leggera. E quindi è solo quando Jim se ne va che la mia posizione viene rivalutata. Ora sono indiscutibilmente il boss dello shack.
Mentre persino il gatto abbandona il suo posto di fronte al freddo e silenzioso amplificatore lineare, non mi rimangono molti altri da comandare: solo qualche gazza e qualche scarafaggio nascosti sotto qualche pila di vecchie carte. Eppure, adoro regnare nello shack, spargendo ovunque i miei log e le mie QSL, penne e timbri, sapendo che nessuno sposterà nulla dalla vista o coprirà le mie cose con il suo log, le sue QSL, ecc. E, cosa più importante, la mia penna rimarrà dove l’ho lasciata, senza che sparisca in uno degli abissi senza fondo di Jim. Quando Jim è nei paraggi, di solito nascondo la penna in un posto segreto, ma capita che me ne dimentichi e quindi si dissolve in un ricordo fugace, svanito per sempre. La solitudine ha i suoi vantaggi. Posso tirare fuori la mia penna, la gomma da cancellare, un souvenir dei viaggi all’estero e, frugando più a fondo nei meandri di nascondigli segreti, trovo anche una boccetta di colla. È successo qualcosa alla colla sulle nostre buste. Forse lo scarafaggio l’ha mangiata. O forse l’Australia sta cambiando le sue abitudini, non alla maniera argentina, ma a quella brasiliana. Le buste brasiliane sono prive di colla da anni. Quindi, potrebbe essere un segno dei tempi. Recuperare le QSL, chiacchierare con gli amici o parlare in radio; il tempo passa e lo shack assume un aspetto piuttosto disordinato, con il callbook aperto sul pavimento e mucchi di queste e altre cose che ricoprono altre superfici. Tuttavia, dato che non ci sono visitatori in agenda, lascio che tutto vada alla deriva.

Kirsti e Jim Smith


Se dei turisti radioamatori o altri, come amici o un vicino che ha un amico radioamatore, individuassero le antenne e suonassero per indagare, non interromperebbero affatto la mia giornata. So che non è per me che sono venuti a trovarci.
“Jim è in casa?” è la solita domanda iniziale. (o il signor Jenkins, il signor Jenkins-Smith o il signor Smith). Queste sono ovviamente persone che si sono date da fare per chiedere in giro e trovare un nome da chiedere. Il grande indizio è che ovviamente non hanno sentito parlare di ME, delle regole temporanee dello shack. E quindi faccio finta di niente. Questa sono io quando mi comporto più da nonna.
“No, temo che sia via…” Sono al sicuro. Ai loro occhi non sono di alcuna utilità, solo la “donnina” da cui non ci si può aspettare che sappia distinguere un’antenna da uno stendino. Il che mi sta benissimo, viste le condizioni dello shack e i miei impegni di lavoro. Mi è capitato anche di borbottare: “Che peccato che Jim sia via, gli sarebbe piaciuto molto mostrarti il so shack”. Potremmo chiacchierare un po’ e io gli farei domande amichevoli e intelligenti come “Parli spesso alla radio?”, oppure la conversazione potrebbe addirittura spostarsi sulle antenne.
“È la sua antenna?” chiede l’ignaro visitatore. Scrutando gli elementi della direttiva sopra di me, li studio per un po’ prima di rispondere. “Credo di sì… sì”.
L’Array verticale da 40 metri nel recinto dietro di me ondeggia silenziosamente nella brezza come se annuisse in segno di approvazione. Di solito a questo punto arrivano le mucche, sporgendo la testa oltre la staccionata del recinto, curiose come sono, contribuendo alla scena di domesticità rurale. Mi appoggio al cancello verde, stringendomi il caldo cardigan e strusciando i piedi nelle pantofole. “Beh, è ​​meglio che torni dentro. Ho qualcosa in forno”. Evito di far tremare la voce. Sarebbe esagerare troppo.
Al sicuro nello shack, accendo all’apparato e controllo tutte le possibili frequenze DX. Devo cogliere l’occasione e lavorare alcuni new ones durante il picco di propagazione. Di solito quell’ora del giorno è dedicata alle faccende domestiche e alla cucina. Ma, da sola in casa, ho anche mangiato gli avanzi degli avanzi della cena dei miei suoceri per risparmiare tempo prezioso. Le bande sono aperte così chiamo CQ in CW, preparandomi ad affrontare il pileup. Il pileup raggiunge presto il culmine, proprio come se l’Isola Norfolk valesse 3Y. Anche qui mi trovo spesso di fronte a una situazione simile del tipo “Mai sentito parlare di te”. “Grazie Jim, piacere di ascoltarti a Dayton (New York o dovunque)”. Sono sempre tentata di lasciar perdere queste osservazioni. Che diavolo importa? Se sono di cattivo umore, lascio credere che io sia Jim e poi mi congedo con un caloroso 88. Ma, se sono in uno stato d’animo più ragionevole, mi prendo il tempo di dire loro che sono io. Inviare 88 a nome di Jim a tutti questi tizi potrebbe dopotutto metterlo cattiva luce. E nella vecchia Norvegia abbiamo un detto: “Quando piove sul vicario, gocciola sul guardiano”. E quindi di solito sottolineo che questa è VK9NL e il mio nome è Kirsti. A volte questo può comportare di ricevere QSLintestate a VK9YL – Krista, ma non troppovspesso.
Chi non conosce né Jim né me si limita a un “Grazie, Old Man”, su cui non commento. Senza dubbio, se la gente si rivolgsse a Jim con “Grazie, Old Woman”, non gli piacerebbe molto. Ma non mi offendo facilmente e non ho intenzione di offendere nessuno dei tanti nel pileup e dopo tutto il genere non conta in questo contesto. Era tutta un’altra storia 30-35 anni fa, quando si viaggiava in terre straniere per imbarcarsi. A meno che non sottolineavo che ero MISS, non MR, mi ritrovavo prenotata per condividere camere d’albergo con marinai corpulenti. E, riflettendo brevemente sul passare del tempo, poco è cambiato. È interessante notare che anche negli anni ’90 l’uomo moderno non ha ancora fatto i conti con una possibile deviazione da ciò che è ancora considerato dominio maschile.
Trovo tutto questo divertente, per non dire utile. Dove altro se non in Ham Radio potrei assumere innocuamente altre identità a mio piacimento, a seconda delle mie esigenze? Posso essere l’operatore YL o l’Old Man, la “piccola donnina” o una versione erudita dalla XYL. Dipende solamente da me, purché io sia ​​il boss dello shack.

Emanuela IZ2ELV

Crediti foto: https://www.dx-world.net/vk9nl-s-k/

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