Un libro per Natale – Dalle foibe a cronache di malavita, storie intriganti nate dalla penna di Massimiliano Comparin.


Anche queste consigliatissime strenne natalizie sono state scritte da un amico, Massimiliano Comparin.
Si tratta della sua opera prima che risale al 2010, I cento veli, che tratta una storia senza tempo da leggere e soprattutto rileggere per non dimenticare il massacro delle foibe, magistralmente documentato dall’autore grazie alla testimonianza che da raccolto da Mario Viscovi, un esile istriano del secondo Dopoguerra e dalla sorella di Norma Cossetto, Licia, con la quale aveva stretto un bellissimo rapporto di amicizia.
Il romanzo ha inizio a Milano, dove vive e lavora Alessandro Maiocchi, giovane manager rampante e viveur, fidanzato con Gaia, una bella mula originaria di Trieste che improvvisamente scompare nel giugno del 2007 senza lasciare alcun apparente indizio. Sembra sparita nel nulla, nessuno l’ha sentita, non risponde al cellulare e Alessandro si rende conto di non aver dato la giusta importanza al loro rapporto al punto di conoscere ben poco della vita della sua ragazza. A lui tocca il compito di avvisare la famiglia di Gaia della scomparsa della figlia, pur non avendo mai avuto precedenti contatti e di sporgerne denuncia alla locale caserma dei Carabinieri, dove incontra quel maresciallo Cantoni, con il quale instaura un rapporto di reciproca fiducia che poi decadrà nei confronti di Maiocchi.
Pieno di rimorsi e a seguito del ritrovamento di alcuni files sul computer portatile di Gaia, Alessandro parte per Trieste dove vuole seguire le tracce fino a quel momento a lui incomprensibili e contenute in una cartella nominata con una serie di numeri che apparentemente non hanno alcun senso.
Trieste viene descritta da Comparin con tratti quasi poetici da far innamorare anche chi non ha mai messo piede nella città dei matti. Una descrizione coinvolgente, che fa prevalere il profumo del mare su quello delle pagine del libro tra le mani del lettore.
In quella che fu l’antica Tergeste, Maiocchi s’imbatte anche nella sparizione di Marco, amico di Gaia e inizia a sbrogliare un’ingrovigliata matassa che lo porta a intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo, a scovare tra gli orrori delle foibe per poi arrivare alla più tragica e inaspettata scoperta che mai avrebbe immaginato.
Tra tutte la documentazione storica presente nel libro, quella che mi ha più colpito ed emozionato è il capitolo trentasette che racconta la vicenda di un’eroina, Norma Cossetto, la ventiquattrenne studentessa universitaria istriana che nella notte tra il 4 e 5 ottobre 1943 venne barbaramente torturata e stuprata da 17 giovani aguzzini, quindi gettata in una foiba, presumibilmente ancora viva, dai partigiani di Josip Broz, passato alla storia come Maresciallo Tito.
Consiglio vivamente questo appassionante romanzo thriller, che come in un perfetto intarsio, ben inserisce pagine di storia delle foibe, un orrore nei confronti dell’umanità che per troppo tempo è stata la congiura del silenzio.

Il male accanto, uscito cinque anni dopo, è ambientato principalmente nel paese dove ho vissuto per 42 anni, Buguggiate in provincia di Varese. Mi sono sentita subito coinvolta nel racconto di Massimiliano, la storia di tre amici poco più che adolescenti, il Regiù, il Pera e il Ross, sviluppata negli anni che vanno dal 1974 al 1999, spesa tra oratorio, gare di motocross nei boschi di Villa Cagnola e attorno a una corte storica del paese, quella di via Sardegna, dove accanto alla spensieratezza dei tre “balóss” si stava radicando a loro insaputa la malavita, culminata la sera del 14 ottobre del 1974 con il rapimento di Federico Mezzato, al secolo Emanuele Riboli, per mano della ‘ndrangheta e ordinato da Giacomo Zagari.
Con una minuziosa raccolta e stesura dei verbali del Pubblico Ministero Armando Spataro, Comparin ha documentato gli interrogatori del pentito Z, quel Antonio Zagari, figlio di Giacomo. Testimonianze spietate di rapine, traffico di droga e armi, omicidi per mano di killer senza scrupoli, per finire con il tentato sequestro di Antonella Dellea. Gli scenari erano diversi, da Buguggiate, Malnate, Varese, Luino, la vicina Svizzera, fino al cuore della ‘ndrangheta in Calabria.
Tra le pagine delle inquisizioni scorre leggero il racconto della vita di paese, dei tre amici e delle loro famiglie, personaggi veri che, seppur citati con nomi di fantasia, sono facilmente individuabili da chi ha vissuto in quegli anni a Buguggiate o nei paesi limitrofi. L’epilogo dei tre “balóss” è triste: il bravo ragazzo del Regiù muore investito da un’auto dopo essersi fatto una famiglia con il grande amore della vita, la ex ragazza del Pera, quest’ultimo ormai famoso e rispettato grazie alla sua carriera criminale. Il Ròss ha pagato cara la sua ingenuità facendosi coinvolgere nel mondo della droga e muore prematuramente.
Questo libro non vuole essere solo il racconto di un quarto di secolo in questo paese alle porte di Varese, bensì di come la ‘ndrangheta sia riuscita ad insinuarsi e radicarsi grazie al suo boss Antonio Zagari, perpetrando efferati delitti, rapine, spaccio e soprattutto sequestrando il giovane Emanuele Riboli, un rapimento non solo terminato nel peggiore dei modi, ma lasciando che gli esecutori materiali, condannati all’ergastolo in primo grado, finissero prosciolti per intervenuta prescrizione. Il fallimento della Giustizia italiana, che non è stata nemmeno in grado di restituire il corpo di Emanuele ai suoi genitori, una pagina nera culminata con le pubbliche scuse alla famiglia Riboli da parte del Sostituto Procuratore Generale, Francesco Maisto, al processo d’appello che si è tenuto a Milano nell’ottobre del 1999.

Chi riceverà in dono queste due opere di Massimiliano Comparin non potrà che apprezzarle, per gli argomenti trattati ed esposti con doviziosa maestria, storie avvincenti che invitano a leggere i libri tutto d’un fiato. Entrambi sono disponibili online da La Feltrinelli.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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