Il mio paese è là dove passano le nuvole più belle (Jules Renard)


Starei sempre con il naso all’insù ad ammirare quegli ampi spazi dove dimora il mio cuore.
Spazi ampi, tersi o cosparsi di nuvole, oppure plumbei, a volte con qualche saetta che irrompe fragorosamente illuminando il cielo, quasi fosse una sorta di segno mistico.
Amo fotografare la nuvole, sia per le loro forme strane, i colori e quei disegni astratti che formano cornici naturali abbellendo i paesaggi.
Per me sono tutte belle, che siano bianche, rosa o grigie, colorano e animano il cielo con le loro danze lente, disegni astratti che non sono mai uguali.
Nuvole che sono anche maestre di vita, icone dell’impermanenza, insegnano che tutto cambia, che bisogna imparare a lasciar fluire senza soffermarsi sul passato e accogliendo il nuovo che avanza, perché dopo il brutto, prima o poi arriva sempre il bello.
E quanto sono belle le nuvole che velano il sole e la luna, quelle giocano a rincorrersi tra i rami degli alberi, altre che formano buffi cappelli sulle cime delle montagne e le più vanitose che si specchiano nelle superfici di acqua.
Guardandole mi rilasso come in una sorta di meditazione perpetua, hanno il potere di svuotarmi la mente come se portassero via ogni pensiero e mi invitassero a danzare nel cielo in loro compagnia.
É meraviglioso vivere con la testa fra le nuvole!

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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