Finalmente ce l’ho fatta. Stamane, a un giorno dal finissage che si terrà domani alle ore 11:00, sono riuscita a visitare la mostra fotografica AssenzA di Maurizio Gabbana.
Ci tenevo molto, sapevo che non mi sarei trovata davanti a semplici stampe a colori o in bianco e nero, bensì a qualcosa di diverso, innovativo, che esula dai soliti scatti, eppure questa esposizione d’Arte mi ha stupito ed emozionato allo stesso tempo.
La location del Battistero di Velate è la cornice ideale per le opere di Maurizio Gabbana, una piccola sala che profuma di mistico e che invita ad osservare in una sorta di silenzioso raccoglimento per meglio sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda emotiva dell’Artista.
La curatrice della mostra, Carla Tocchetti, meravigliosa padrona di casa, accoglie e accompagna i visitatori descrivendo i soggetti delle opere e alcune tecniche che rendono le fotografie di Maurizio Gabbana dei dipinti che ne esaltano le architetture.
Quei dettagli bianchi che evidenziano alcuni particolari degli scatti, conferiscono all’opera una dimensione quasi metafisica e richiamano l’attenzione del visitatore invitandolo a una introspezione, scoprendo in quell’assenza di colore le emozioni che il soggetto trasmette.
Il Duomo di Milano, la Certosa di Pavia da una prospettiva inedita, la Piazza Rossa di Mosca, tanto per citarne alcune, ho voluto documentare tutte le opere anche se i miei scatti non rendono giustizia e non me ne voglia il Maestro per il risultato.
Le linee architettoniche dei lavori di Maurizio Gabbana sono armoniche e ineccepibili, da fare invidia, in particolar modo osservando l’opera di Piazza San Marco, che evidenzia una prospettiva e linee rette perfette, quasi impossibili da ottenere quando si scatta a mano libera.





Ringrazio Maurizio Gabbana per le emozioni che mi ha trasmesso con le sue opere e Carla Tocchetti per aver portato a Varese una mostra di alto spessore artistico, un’evoluzione della fotografia valorizzata da un tratto pittorico che trasmette inevitabilmente le emozioni dell’Artista.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
Rispondi