Quando esce il sole non riesco a stare in casa, tanto più oggi che c’è anche una leggera brezza di vento. Sono stanca e consapevole che non farò una lunga passeggiata, ma non fa niente, nella vita bisogna accontentarsi.
Mi avvio senza meta con passo lento, ormai coordino istintivamente il movimento delle braccia che muovono i bastoncini di nordic walking, un valido aiuto per le mie ginocchia mal conce.
È una sorta di meditazione camminata, sincronizzo il respiro con i movimenti, libero la mente e mi guardo attorno: le chiome verdi degli alberi che si stagliano nel cielo con le nuvole bianche che fan loro da buffi cappelli, i raggi del sole che si insinuano tra i tetti delle case del centro storico e illuminano il campanile quasi a voler enfatizzare la sua maestosità.
Passo dopo passo mi avvicino al Belvedere, gioiose grida mi giungono dai bambini che si stanno giocando nel pacchetto attrezzato, finché mi si apre davanti quello che non è il solito panorama.

Ogni volta che lo ammiro c’é qualcosa di diverso che gli conferisce un fascino particolare. La mia attenzione viene catturata da una piccola foresta di bambù che incornicia la parte bassa del lago. La noto per la prima volta e mi lascia senza fiato. Adoro questa pianta che nella tradizione orientale viene considerata simbolo di flessibilità, anche all’integrità morale, modestia, lealtà, perseveranza e rinascita. Mi verrebbe voglia raggiungere quest’erba legnosa scoperta nel 1815 dal botanico tedesco Charles Kunth, accarezzare il suo culmo e le sue foglie, ma la “piccola foresta” sorge in un’area privata, seppure non recintata.
Mi siedo su una panchina e osservo l’armonia della natura che posso ammirare a 180°. La catena montuosa del Rosa, il piccolo lago di Varese circondato da una folta vegetazione, le Prealpi Varesine con il massiccio del Campo dei Fiori per tornare a quella fantastica macchia di bambù.
Cosa chiedere di più alla vita?
In giapponese natura si traduce con “Shizen” (自然), termine che significa “essere così come si è da se stessi”, dal bellissimo senso filosofico che vuol significare l’armoniosa spontaneità dell’esistenza.
Mi fermo a contemplare la natura armoniosa attorno a me mentre la leggera brezza mi accarezza il volto, una medicina non solo per l’anima, ma anche un toccasana che dona una sferzata di energia positiva.
Carica, riprendo i miei bastoncini e mi avvio verso casa… quattro passi di numero che mi hanno rigenerata.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


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