Non sapevo che quest’anno si celebrassero i cento anni della fragranza simbolo di Mademoiselle Coco.
Correva l’anno 1921 quando Coco Chanel commissionò a Ernest Beaux “un profumo da donna che sappia di donna”, persistente e unico, “senza fronzoli, né inclinazioni dolciastre”. Il profumiere presentò due campionature, la prima numerata da uno a cinque, la seconda da venti a ventiquattro e Mademoiselle scelse la N°5 dichiarando: «Lancio la mia collezione il 5 maggio, quinto mese dell’anno, lasciamogli il numero che porta e questo numero 5 gli porterà fortuna.» Sicuramente di fortuna gliene ha portata molta tanto che dopo un secolo è sempre stabile nell’olimpo dei profumi e tanto per aggiungere un altro cinque alla sua storia, celebra il centenario nell’anno la sui somma fa 5, numero primo ricco di significati anche esoterici.
Fu zia Aida, che viveva nel Wisconsin, a regalarmi più di quarant’anni fa la prima boccetta di questo meraviglioso Parfum, che mi portò in occasione di una delle sue frequenti vacanze nella sua terra natale, un profumo di cui mi innamorai subito quasi fosse stato un colpo di fulmine.
Erano anni che gli facevo il filo e finalmente il mese scorso, sfruttando uno sconto molto importante offerto da una catena di profumerie, mi sono regalata un flacone di Chanel N° 5, la più giovane Eau de Parfum lanciata nel 1986 e che reinterpreta l’iconico profumo centenario.
La sua fragranza, data dalle note di testa di Aldeidi, Ylang Ylang, Neroli, Bergamotto e Pesca, il cuore di Iris, Gelsomino, Rosa e Mughetto, per finire con le note di base di Sandalo, Vaniglia, Muschio di Quercia, Vetiver e Patchouli, ha il potere di stimolare positivamente la mia sfera emotiva, una sorta di aromaterapia che infonde una sensazione di benessere.
Da un paio d’anni ho imparato a volermi bene e proprio per questo ogni tanto ci vuole anche un regalo un pò speciale e dalla scia ipnotizzante.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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