Ieri avevo voglia di vedere il mio lago, di passeggiare tra gli alberi del Parco Zanzi accompagnata dalla ritmica melodia delle foglie secche sotto i miei passi, accarezzando i tronchi e cercando con il naso all’insù lembi di cielo tra le loro chiome, ormai quasi spoglie. Una sensazione di serenità mi ha pervaso per tutta la giornata, la stessa di un anno fa, quando il 12 novembre, dopo una notte tranquilla, gli infermieri sono venuti a prendermi al sesto piano dell’Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese per condurmi in sala operatoria per il primo intervento della giornata dell’equipe di Senologia della Prof.ssa Rovera. Per la prima volta nella mia vita mi stavo stupendo di me stessa.





Memore di con quanto terrore avessi vissuto gli interventi chirurgici in passato, seppure di lieve entità e pur consapevole che sarei stata sottoposta a una mastectomia bilaterale, stavo affrontando questo percorso con molta tranquillità, senza alcun timore o agitazione. I tumori bilaterali al seno mi erano stati diagnosticati un anno prima e per undici mesi mi ero sottoposta a infusioni di chemioterapia per ridurne la massa, quindi ora stavo per liberarmene, con la consapevolezza che non sarebbe finita lì e infatti la chemioterapia sta continuando ancora. Non ho mai pensato lontanamente “perché a me” e tanto meno imprecato per quanto mi sia successo. La vita é così, non puoi cambiarne il corso e ho voluto affrontarla con positività. Questa esperienza mi ha fatto incontrare persone speciali alle quali esprimo tutta la mia stima e gratitudine e che fanno parte team multidisciplinare voluto dalla Prof.ssa Francesca Rovera del reparto di Senologia dell’ospedale di Varese, tutte persone meravigliose, a partire dalle infermiere che ti prendono sotto braccio con molta gentilezza e garbo accompagnandoti agli ambulatori, ai medici, ai colleghi del reparto di Fisiatria e non da ultimo il reparto Day Hospital Oncologico, gli oncologi che visitano prima della chemioterapia e le splendide infermiere dalle mani leggere come ali di farfalla quando inseriscono l’ago in vena, molto professionali, sempre sorridenti e che ti chiamano sempre per nome, facendoti sentire parte di una grande famiglia. Ma vorrei ringraziare in particolar modo due medici, il Dottor Corrado Chiappa, che mi ha sempre seguito con molta professionalità e umanità, standomi accanto in sala operatoria anche durante la lunga preparazione all’intervento, aumentando il mio buonumore con le sue piacevolissime chiacchiere e la Dottoressa Elena Grigioni, l’oncologa che mi sta seguendo dall’inizio della malattia con grande competenza e tanta empatia, una dote quest’ultima che è sicuramente un valore aggiunto e non può che accrescere la mia positività nell’affrontare questo percorso. Questa esperienza mi sta arricchendo molto, incontrando splendide persone, sia che hanno condiviso con me il ricovero e l’intervento, diventando amiche: Annalisa, Manuela e Mirella, quindi le tante “compagne d’avventura” incontrate nella sala d’attesa delle terapie, su tutte: Catia, Lea, Silvana e Vilma, ognuna con la propria storia, ma soprattutto tanta forza e positività contagiosa.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


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