L’Insubria: dai Celti a Milano, un viaggio nel tempo


Le mie radici si espandono in quella antica e magnifica terra chiamata Insubria, luoghi ricchi di storia che si affacciano su fiumi e laghi, memorie che ebbero inizio nel IX-IV secolo a.C. con la Cultura di Golasecca, nel periodo compreso tra la fine del Bronzo Finale e la prima età del Ferro.
Come testimoniato da testi storici e carte geografiche d’epoca, con il nome Insubria indicava fino al XIX secolo d.C. un’ampia regione transfrontaliera delimitata a Est dall’Adda con le sue sorgenti in Val Alpisella nelle Alpi Retiche, a Ovest dal Sesia e dal Ticino, quel Fiume Azzurro che nasce in Svizzera nei pressi del Passo della Novena e percorre un arco fino a sfociare nel Lago Maggiore, a Sud dal bacino del grande fiume che in antichità veniva chiamato Eridano, ovvero il Po e a Nord dalle Alpi da quell’area che ai giorni nostri abbraccia i Grigioni Italiani e Canton Ticino in territorio elvetico ed oggi le Provincie di Verbano-Cusio-Ossola, Varese, Sondrio, Como, Lecco (ad eccezione della Valle San Martino), Monza e Brianza, Lodi, Novara, parte della Provincie di Vercelli (Valsesia), parte della Provincia di Pavia (Pavese e Lomellina) e la Città metropolitana di Milano.
Anche la città meneghina che mi ha dato i natali è legata indissolubilmente all’Insubria. La sua storia ha inizio intorno al 590 a.C in epoca celtica, quando una tribù di questa popolazione, guidata da Belloveso, fondò in Pianura Padana un piccolo villaggio nel luogo dove fu trovata una scrofa semilanuta, villaggio che chiamarono Medhelan, nome che mantenne fino al 1393 quando divenne capitale del Ducato di Milano grazie alla politica espansionistica della signoria dei Visconti.
Il vessillo dell’Insubria è il Ducale visconteo, ovvero l’antica bandiera del Ducato di Milano, nata dall’unione di due emblemi quali il Biscione visconteo (su sfondo bianco), identitaria di quel territorio i cui confini per lungo tempo sono stati quelli storici e l’Aquila imperiale (su sfondo giallo), uno tra i più nobili e antichi simboli europei.
All fine del ventesimo secolo è stata finalmente riscoperta questa identità territoriale. In primis grazie all’Università degli Studi dell’Insubria fondata nel 1998 e con sedi a Varese e Como, quindi con l’ATS Insubria, l’Agenzia di Tutela della Salute delle aree comasche e varesine. In ambito transfrontaliero la Comunità di Lavoro Regio Insubrica, con sede in territorio elvetico, che promuove la cooperazione nella regione italo-svizzera dei Laghi Prealpini. Infine molte società di diverse discipline sportive hanno scelto di portare con orgoglio il nome di questa antica Terra identitaria.
In questa terra ricca di storia sono nata e provo un forte senso di appartenenza, per questo desidero condividerne la bellezza e soprattutto la Cultura e quelle le tradizioni che sono ancora vive.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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