Il loro loro colore rosso tramette energia e amore, il mix giusto per iniziare la giornata; il sapore è molto gradevole, sia che le si consumino a colazione o per arricchire macedonia, yogurt o dessert light.
Sono le bacche di goji, frutto del Lycium (barbarum o chinense), nome che deriva dalla Licia (Λυκία), una regione dell’Anatolia meridionale, sebbene siano originarie degli altipiani asiatici di Cina, Tibet e Mongolia e crescano spontaneamente anche nelle valli himalayane. Anche nella medicina cinese queste bacche sono conosciute come Frutto di Licia, alle quali vengono attribuite numerose proprietà curative e preventive soprattutto la sua eccezionale capacità di nutrire il sangue e lo yin, efficacie già descritte nel Classico sulle radici di erbe del Contadino divino (Shennong Ben Cao Jing), la più antica attestazione scritta sulla scienza erboristica cinese risalente al I o II secolo dopo Cristo.
Il nome “goji”, derivante dal cinese gǒuqǐ, che significa “bacca”, è stato attribuito al Frutto di Licia nel 1973 dall’etnobotanico nordamericano Bradley Dobos, tra primi occidentali a completare la formazione in medicina tibetana. Fondatore nel 1977 al Pike Place Waterfront Market, nel pittoresco centro di Seattle, della Tenzing Momo Apothecary, la più antica erboristeria della costa occidentale che tratta dalle erbe occidentali, tibetane e ayurverdiche, oltre alla medicina cinese.
Nella medicina moderna vengono riconosciute proprietà per fortificare muscoli e ossa e rallentare l’invecchiamento, nonchè come prevenzione di patologie quali diabete, iperlipidemie, tumori, epatite, problemi immunologici, trombosi e infertilità maschile, ma il loro consumo è proibito in gravidanza e durante l’allattamento per le elevate quantità di selenio, inoltre sono possibili delle interazioni con farmaci regolatori della pressione, anticoagulanti, antidiabetici.
Ma soprattutto le peculiarità delle bacche di goji sono note quali coadiuvanti per rafforzare le difese immunitarie, effetti antiossidanti, combattere la stanchezza fisica svolgendo un’azione energizzante, nonché migliorare la memoria e la concentrazione, proteggere la vista e migliorare la funzionalità intestinale.
Note anche come il Diamante Rosso, il dosaggio consigliato per avere gli effetti benefici di cui sopra è di 15, massimo 30 grammi di bacche al giorno (un cucchiaino da dessert colmo), con raccomandazione di non farne un uso eccessivo per non incorrere in eventuali effetti collaterali.
Cento grammi di bacche di goji apportano 349 calorie e forniscono gr.14,26 di proteine, gr. 0,39 di lipidi (omega-3 e omega-6), gr. 77,06 di carboidrati, gr. 45,61 di zuccheri solubili e gr. 13 di fibra, oltre a importanti minerali, quali Ferro mg 6.8, Sodio mg 298, nonché vitamina C mg. 48,4, Vitamina A (retinolo) µg 8045.
Le bacche di Goji vengono coltivate anche nel bacino del Mediterraneo e da qualche anno anche in Calabria, Toscana e Piemonte, precisamente a Villareggia (TO) dove Italgoji, un vivaio specializzato nella produzione di piante di Lycium Barbarum certificate, le coltiva in un appezzamento di 2 ettari con tecniche di agricoltura biologica, biodinamica e sostenibile, senza l’uso di pesticidi o concimi non naturali, un prodotto più salutare di quello importato dall’Oriente in quanto, per il lungo stazionamento in silos, potrebbe contenere aflatossine, una sostanza cancerogena, oltre a pesticidi e anticrittogamici.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
(fonti: https://www.smartfood.ieo.it, https://www.italgoji.it, https://tenzingmomo.com)


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