Nei ricordi più dolci della mia infanzia el Domm de Milan ha un posto privilegiato, meta settimanale di una visita che prevedeva anche una sosta da Motta per un piccolo cono di gelato o di panna montata con una spolverata di cannella. Erano gli anni ’60, quando la domenica sul sagrato stazionavano alcuni fotografi muniti di piccoli sacchetti di riso, che servivano ai bambini per essere immortalati con i piccioni nella classica foto ricordo. Rimanevo sempre ammaliata dalla bellezza del Duomo, con le sue guglie simili a stalagmiti che si innalzano verso il cielo quasi a voler proteggere la Madonnina.
Famosa in tutto il mondo come il Duomo di Milano, la Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria è il simbolo del capoluogo lombardo e vanta di essere la quarta chiesa cattolica del pianeta per superficie, nonché l’unica in tutta Europa ad avere sulla sua cima più alta la statua della Madonnina anziché la croce.
Voluta da Gian Galeazzo Visconti, nel 1386 il Duca di Milano posò la prima pietra di quel tempio nel luogo dove sorgeva la Basilica di Santa Maria Maggiore e lo dedicò alla Vergine Maria quale ringraziamento per aver definitivamente eliminato il temibile zio Bernabò Visconti. Narra una leggenda che fu il diavolo a chiedere a Gian Galeazzo di edificare una delle più grandi cattedrali al mondo con molti riferimenti del signore del male, minacciandolo di portarsi via la sua anima qualora non lo facesse.
Ma la storia di piazza del Duomo e della sua cattedrale non può essere disgiunta dalla fondazione di Milano, Medhelan, che in lingua insubre significa centro sacro, terra di mezzo e anche santuario di mezzo, fondata attorno all’anno 590 a.C. da una tribù di Celti guidata dal principe celtico Belloveso.
Molti sono i riferimenti celtici nel Duomo di Milano, a partire da un’antica leggenda, secondo la quale nei sotterranei della cattedrale esisterebbe ancora un lago segreto protetto da colonne poste in cerchio, con incisioni magiche e l’effigie della dea celtica Belisama mentre allatta suo figlio. A lei fu consacrato il biancospino e secondo una leggenda la dea, invocata dai sacerdoti, avrebbe segnalato a Belloveso l’esatta locazione dove fondare Milano, ovvero laddove si fosse imbattuto in una scrofa bianca semilanuta ai piedi di un biancospino, lì avrebbe dovuto creare il villaggio.

All’esterno, sulla facciata del Duomo sono ben visibili varie figure di draghi e serpenti, simboli del potere della Madre Terra venerati dai Celti e che simboleggiano l’energia che trasmette la terra sugli uomini e il potere di metamorfosi. Su uno dei due portoni di sinistra è rappresentata una quercia, pianta simbolo dei Druidi, sacerdoti delle popolazioni celtiche e per finire, sul soffitto di destra della cattedrale si possono ammirare diversi Triskell, simbolo celtico per eccellenza che rappresenta il percorso che il Sole compie durante tutto l’anno e simbolo di perfezione che vuole indicare una legge di Natura ben precisa, ovvero la cassa di risonanza energetica.
Ma non è tutto. Popolazioni celtiche ed insubri a parte, secondo una tradizione il Duomo di Milano altro non sarebbe che un trattato alchemico, ovvero la rappresentazione della metamorfosi del cambiamento da animale a uomo, dell’essere umano. A conferma di ciò è un’iscrizione su una vetrata che riporta “Il latte del Sole è nero”, avvalorando l’ipotesi che chi abbia commissionato il Duomo fosse un alchimista.
Un’altra particolarità della cattedrale che nulla ha a che vedere con alchimia e Celti, è la particolare meridiana costruita nell’estate del 1786 dagli astronomi dell’Osservatorio di Brera, visibile a pochi passi dall’ingresso, guardando il pavimento. É una cosiddetta meridiana al contrario, ovvero l’ombra della luce che penetra dal gnomone sopra la volta viene proiettata sul pavimento anziché sulla parete. La luce penetra nella cattedrale per circa mezz’ora al giorno, dalle 11:45 alle 12:15, proiettando l’ombra sulla barra d’ottone, sui cui lati si trovano delle formelle che rappresentano i segni zodiacali, tranne uno, quello del Capricorno, posto sulla parete, sulla linea mediana che indica il solstizio d’inverno.
É davvero inconsueto trovare i simboli dello zodiaco all’interno di un centro di culto cattolico, in quanto la chiesa ha sempre considerato l’astrologia senza fondamento scientifico, una sorta di pratica divinatoria.
Il Duomo di Milano è dunque una perfetto esempio di come possano coesistere in una cattedrale sacro e profano, passando per il paganesimo celtico, testimonianza di un’antica civiltà indoeuropea che ha fondato quella che per me è la più bella città al mondo.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
(Fonti: Celtegh Medhelan Milano Celtica di Elena Paredi, latitudinex.com, divinamilano.it)


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