Quante volte ho sentito apostrofare un ospedale come un brutto posto, lo so, è un luogo comune, tutti preferirebbero starne alla larga il più possibile. La mia filosofia di vita mi ha insegnato che non esistono luoghi brutti, tutti, anche quelli più tristi, hanno un perché e bisognerebbe imparare a guardarli con altri occhi e tanto meno un ospedale può essere considerato tale, dove sempre molte più persone, anche di etnie diverse, ricorrono per curarsi o per salvare la propria vita.
Spesso vengono associati alla malasanità, ma anche in questo caso, non bisogna fare di tutta un’erba un fascio. Con turni estenuanti, vi lavora un vero e proprio esercito di medici e infermieri, ai quali non è permesso sbagliare, nemmeno in situazioni eccezionali, come in occasione della pandemia da Covid.
Fortunatamente qualcuno, in quel di Varese, già da tempo ha voluto rendere omaggio a chi ogni giorno si prende cura dei malati con dedizione, al di là di quell’etica sanitaria che è sempre stata il faro che li guida nella loro professione.
Si tratta della Fondazione Il Circolo della Bontà, che in collaborazione con ASST Sette Laghi nel 2019 ha iniziato a lavorare al progetto CurArti, portando l’Arte in quel luogo dove si pratica l’antica arte della guarigione, risalente ai tempi dei greci, quando Asclepio sostituì Apollo come dio della medicina e i sacerdoti iniziarono a praticarla.

Il Covid si è poi messo di mezzo rallentando questo progetto che ha visto la luce solo due anni dopo, esattamente il 22 marzo 2021 quando il pittore Andrea Mattoni, in arte RAVO, con le sue bombolette spray ha iniziato a cambiare il volto della torre di raffreddamento dell’Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese, realizzando un murales che rappresenta l’opera “San Sebastiano curato da Irene”, il dipinto, oggi conservato al Museo del Louvre di Parigi, realizzato attorno al 1649 dal pittore francese Georges de La Tour, esponente del Barocco e fortemente influenzato dal Caravaggio.
L’opera è stata commissionata e finanziata dalla Fondazione Il Circolo della Bontà e vuole essere un omaggio a chi ogni giorno compie il gesto di curare con la stessa amorevole dedizione di Irene nel togliere la freccia dalla gamba di San Sebastiano, il santo che sin dal seicento era invocato come protettore dalle epidemie e pestilenze.
RAVO, classe 1981 e originario di Gavirate, proviene da una famiglia molto legata al mondo dell’Arte. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera e apprezzato a livello internazionale, non ama definirsi uno street Artist, bensì un pittore che vuole portare all’esterno dei Musei i capolavori più importanti del classicismo italiano e grazie alle sue bombolette spray, la bellezza di queste opere viene enfatizzata, realizzando meravigliose gigantografie sui muri, che mi prometto di andare a cercare nella provincia di Varese per dedicare un’altro articolo sulle sue stupende opere d’Arte.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


Effettivamente il murales contribuisce a rendere più piacevole la vista sull’ingresso dell’ospedale, che era interessata dal torrione impiantistico meramente funzionale e che adesso è diventato un valido supporto per un’opera ammirevole, come è ammirevole l’intento divulgativo dell’autore, della “Fondazione Il Circolo della Bontà” che l’ha commissionato e come è ammirabile il testo scritto da Emanuela anche per le minuziose citazioni biografiche.
P.S. complimenti per gli scatti che, per gli elementi di dinamicità impressi, mi ricordano un noto fotografo Giorgio Casali.
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Grazie per l’apprezzamento e soprattutto per aver ricordato mio zio, il mio Maestro.
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