Vorrei avere velleità letterarie, saper scrivere una poesia come il capolavoro di Giacomo Leopardi, che sappia descrivere le emozioni che ho provato stamane all’alba ammirando il cielo.
I nitidi profili delle montagne e delle Prealpi varesine all’orizzonte, ammorbidite dalla nebbia, che salendo dal lago e offuscando la città di Varese, ovattava il paesaggio.
Mancano quattro giorni al solstizio d’autunno, che quest’anno coinciderà con il plenilunio, la luna piena del raccolto e in Pesci, il mio segno zodiacale e nonostante il maltempo di ieri la temperatura di primo mattino è ancora gradevole.
Questa nebbia, dopo il temporale, ha addolcito il panorama mattutino di questi venerdì 17, una data foriera di sventure per i superstiziosi, ma in realtà un giorno come un’altro da godere ogni attimo e da vivere in consapevolezza.
Osservavo questo magnifico quadro naturale, disegnato da una mano divina e avvolta nell’atmosfera ovattata della mia sordità, mi immergo in un silenzio quasi irreale. Non sento nemmeno i canti mattutini degli uccellini che si sono appena svegliati, catapultata in una sorta di mondo irreale dove il senso dell’udito viene annientato.
Le sagome disegnate in controluce e le sfumature tenui dei colori dell’alba annullano il disagio di non percepire alcun rumore, un silenzio che contribuisce ad avere una visione meditativa del paesaggio.
Ringrazio Dio per questa meraviglia e per avermi donato un altro giorno da vivere. Istintivamente il juke box della mia anima suona September Morn, la calda voce di Neil Diamond ha il sopravvento sulla mia sordità e sulle note di questa magnifica ed intramontabile canzone, mi appresto a godermi questo venerdì 17 settembre 2021.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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