Da quando qualche anno fa ho acquistato il catalogo “Giorgio Casali photopher/Domus 1951-1983″ a cura di Angelo Maggi e Italo Zannier, ho iniziato ad appassionarmi all’architettura e design. Una passione scaturita dai tanti testi che ho letto sui grandi architetti italiani e soprattutto milanesi del dopoguerra, grazie alle meravigliose fotografie scattate da mio zio, Giorgio Casali.
Da allora è una pratica assidua quella di ricercare nel web testi che parlano di lui, per me oltre ad essere motivo di orgoglio, è una continua ricerca ed approfondimento della conoscenza di quelle icone di architettura e design che hanno scritto la storia del Made in Italy.
Durante una recente ricerca ho trovato un libro uscito nel corrente anno, che ha attirato la mia attenzione: “Angelo Mangiarotti / Giorgio Casali – Framing the project” a cura di Anna Mainoli e Francesca Acerboni, edito dalla Maurizio Corraini s.r.l., promosso e sostenuto da Agape, Agapecasa.
Non ho perso tempo, l’ho ordinato direttamente dal sito dell’editore, che ringrazio per aver evaso l’ordine in tempi molto ristretti e letto tutto d’un fiato il giorno stesso. Una lettura fugace dettata dalla curiosità che ora ho ripreso per approfondirne i dettagli dei bellissimi testi che testimoniano la grandezza, la genialità di Angelo Mangiarotti, la continua collaborazione con Giorgio Casali e la loro forte amicizia, quasi fraterna.
Ho iniziato ad apprezzare Mangiarotti grazie alle fotografie pubblicate nel suddetto catalogo delle mostre tenutasi nel 2013, ovvero il meraviglioso vaso in vetro soffiato sostenuto da un assistente di studio con le corolle dei fiori che gli coprono il volto ed evidenziando le mani che lo porgono come un dono, gli orologi Secticon C1 e T1, il bicchiere Bibulo, la lampada in vetro soffiato Lesbo, la poltrona monoscocca in polistirolo espanso per Cassina, il vaso forma libera in plexiglas, gli oggetti di alabastro, i vasi Philippines in terra bianca di Vicenza, fino alla magnifica Oliera Olpe, valorizzata dagli scatti multiplipli.
La bellezza degli oggetti di design firmati da Mangiarotti ricevono una maggiore carica empatica dagli scatti di Giorgio Casali e lo stesso vale anche per le opere di architettura del grande architetto milanese, come gli uffici Snaidero a Majano del Friuli, la Chiesa Mater Misericordia di Baranzate, la Casa meublée di Milano, il Club 44 a La Chaux de Fonds, progetto in collaborazione con Bruno Morassutti.
Tornando al libro fresco di stampa, oltre a un’edita intervista del maggio 2002 ad Angelo Mangiarotti a cura di Francesca Acerboni, le pregevoli testimonianze di Angelo Maggi, Beppe Finessi e Marco Introini raccontano una storia di collaborazione e amicizia durata quarant’anni, corredata da 73 fotografie delle opere dell’architetto milanese del fondo Casali dell’Archivio Progetti IUAV.
Completano l’opera bilingue, con i testi tradotti in inglese, le interessanti interviste “Rileggere Mangiorotti oggi” a cura di Francesca Carboni ad Antonio Citterio, Martino Gamper, Franz Graf, Konstantin Grcic, Giulio Iacchetti, Fulvio Irace, Toyo Ito, Motomi Kawakami, Piero Lissoni, Fumihiko Maki, Jasper Morrison, Gwenael Nicolas, Paolo Ulian, Patricia Urquiola e che ben disegnano la personalità e la genialità poliedrica dell’architetto milanese.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


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