Mamma, siediti con me, respira con me (Thich Nhat Hanh)


Ciao mamma,
Da quando mi dedico alla scrittura creativa è la prima volta che ti scrivo per la tua festa.
In precedenza ti avevo solo nominato per l’occasione, dedicando invece questa ricorrenza a zia Nanda, tua sorella, che non ha fatto da mamma non solo a me, ma anche a te.
Ho scelto questa foto scattata una quindicina di anni fa che ci ritrae insieme, una delle poche. Sai perché ridevo così di gusto? Qualcuno, notando la nostra somiglianza e non sapendo che ero già sposata da oltre vent’anni, mi aveva detto che se mi fossi persa, mi avrebbero riportato subito a casa, un’affermazione che avevo preso male, perché, negando l’evidenza, usavo dire che assomigliassi più a papà, sebbene da lui avessi ereditato solo gli occhi verdi.
Il nostro rapporto è sempre stato molto conflittuale, non avevo mai accettato il tuo rifiuto nei miei confronti sin dal momento in cui ti eri accorta di essere incinta. Mai una carezza, un abbraccio, un bacio, sono cose che fanno male a un figlio e per questa tua totale mancanza di affetto ti ho sempre condannato pur volendoti bene. Sì, ti ho sempre voluto solo bene, ma non sono mai riuscita a provare amore incondizionato nei tuoi confronti e per questo me ne sono anche fatta una colpa per anni e anni.

Zia Nanda e mamma (crediti: Archivio Progetti IUAV Fondo Giorgio Casali)


Ma da qualche anno, ancora prima che ci lasciassi, ho metabolizzato quanto è successo in passato e in un certo senso ti ho perdonato, cercando di creare un’apertura tra noi, anche se è stata comunque a senso unico. Come dimenticare quando hai compiuto 90 anni e ti ho portato in casa di riposo la torta di compleanno; come sono arrivate le tue amiche, mi hai ignorato, dimenticandoti perfino di offrirmene una fetta. Ma non ci ho sofferto, metabolizzavo.

Il mio primo compleanno (foto Giorgio Casali)


Sono stata felice durante il lockdown di averti fatto ricevere la telefonata della Mabilia dei Legnanesi che adoravi tanto e con la quale hai fatto una lunga chiacchierata in dialetto milanese. Eppure non mi hai dato la soddisfazione di aver apprezzato questo mio pensiero.
Sicuramente mi ha aiutato tanto la meditazione, probabilmente ti facevo sedere inconsapevolmente accanto a me e respiravamo insieme come cita il Maestro zen vietnamita. Voglio credere che sia andata così, perché oggi mi sento di scrivere con il cuore: AUGURI MAMMA!

Emanuela Trevisan Ghringhelli

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