Profumatissima Zagara, fiore del limone simbolo di purezza e rinascita


Tra un acquazzone e l’altro esco sul balcone a controllare le mie piante, metto a riparo i vasi che hanno preso troppa acqua. Mi soffermo an osservare il limone, sfrego una foglia tra i polpastrelli per odorarne la fragranza e la mia attenzione è catturata dal primo fiore sbocciato dal profumo inebriante ed intenso.
Una zagara, decantata da D’Annunzio nel suo Notturno, da Quasimodo e Carducci quale simbolo di bellezza e amore eterno, che evoca i magnifici paesaggi della Sicilia e di Amalfi.
La mitologia greca narra che i limoni iniziarono a crescere spontaneamente sulla Terra in onore del matrimonio tra Giove e Giunone e per questo la zagara è considerato il fiore delle nozze, simboleggiando purezza, buon augurio e un’unione duratura.
La pianta stessa del limone ha diversi significati, viene spesso associata alla luce, all’energia, alla vitalità e per il cristianesimo viene accostata alla Vergine Maria in quanto in antichità a questo agrume erano state riconosciute proprietà anti veleno che lo avevano ricondotto alla salvezza per l’uomo.
Il suo nome deriva dall’arabo līmūm e dal persiano līmūn, questa pianta giunse in Europa grazie a Alessandro Magno, precisamente la importò dall’Asia in Grecia, dove veniva considerata un dono prezioso, mentre in Italia fu introdotta dagli arabi tra il IX e l’XI secolo d.C. durante il periodo della dominazione islamica in Sicilia.
Tra gli anni 1171 e 1193 il medico arabo Ibn Jamiya scrisse il “Trattato sul Limone” sugli impieghi terapeutici e culinari di questa pianta, ovvero l’uso come disinfettante per l’apparato respiratorio o come condimento in cucina, la prima opera di medicina di quell’epoca.
Desidero tornare nuovamente sulla zagara, fiore primaverile simbolo di un nuovo inizio, diventato un elemento poetico fondamentale per evocare emozioni, sentimenti e immagini legate alla bellezza della natura, all’amore e alla rinascita, come le parole ricche di profonda sensibilità della poesia che ho scelto come chiosa finale:

ZAGARA di Antonietta Natalizio

Zagara profumata,
con l’ardire delle celate note…
riempie il cuore di torpore
e di stupore!
Presenza costante
dalla notte dei tempi,
un’alchimia che sfugge
al domani.
Mille pensieri assopiti
si tuffano in un mare
di fragranza…
ne bisbigliano il ricordo
in silenzio, nel profondo.
Il sole incantato,
dall’immortali note,
si cala al nuovo dì a donar luce…
all’ombre oscure da lontano.
Terra e luna risvegliate
da pensieri scoppiettanti
vedono sogni di speranza,
nell’invisibile domani…
in un battito di cuore,
e di fragranza!
Alludendo allunità,
nell’unità della meta
e della fratellanza.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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