Quel giorno che mi sono ringalluzzita di essere un radioamatore


Correva l’anno 2002, avevo da poco festeggiato i dieci anni di patente “speciale” di radioamatore, che mi aveva consentito di farmi le ossa in VHF e UHF e la fresca licenza “ordinaria”, una sorta di passaporto per le HF. Erano i tempi che accendevo la radio quando potevo sfruttare la Grey Line e spesso mi alzavo a notte fonda per collegare una IOTA dall’altra parte del globo per raggiungere il mio primo Award di 100 isole nel tempo previsto dalla scommessa che avevo fatto con il mio mentore, Maurizio IZ1CRR. Da poco avevo anche cambiato posto di lavoro e un personaggio dell’ARI Varese mi aveva anticipato che il padre del titolare dell’azienda dove lavoravo fosse un SWL molto attivo e contestualmente questo signore venne informato che una donna radioamatore lavorava nell’azienda che aveva presieduto per molti anni. Un giorno vidi entrare in ufficio un signore molto distinto sull’ottantina che tutte le colleghe salutarono all’unisono con un «Buongiorno Commendatore». Si avvicinò alla mia scrivania e con una gentilezza d’altri tempi mi salutò e si presentò. «Mi è giunta voce che lei è una radioamatrice, io sono un SWL» e incominciò ad elencarmi le sue radio, invitandomi a visitare quanto prima la sua sala radio, cosa che non tardai a fare. Raggiungendo la sua abitazione, notai sul tetto una verticale VFH/UHF e una discone e una volta varcata la soglia sentii un gran bailame dato dalle tante radio DAB dislocate qua e là e sintonizzate su diverse frequenze broadcasting. Mi venne incontro sorridendo e mettendo le mani avanti «A me piace così!» mi condusse nel seminterrato, in un ampissimo locale circolare ed arredato con un bancone che seguiva il perimetro della stanza, sul quale erano posizionati diversi ricevitori di marche differenti. Pensando alla mia angusta sala radio, ricavata in uno sgabuzzino, inevitabilmente mi ero immaginata come sarebbe stato il mio shack in tale contesto. Da quel giorno le frequentazioni, anche con Fulvio, diventarono sempre più assidue e non tardai a capire che in fondo non era minimante un SWL bensì un BCL. Sebbene avesse degli ottimi ricevitori HF era palese che non li avesse mai accesi: quando assisteva alle nostre attività ci poneva una miriade di domande, non conosceva il codice Q e tanto meno era in grado d’identificare la nazionalità di un radioamatore dal nominativo. Iniziò comunque ad interessarsi e un giorno mi chiese di aiutarlo a scegliere una direttiva da acquistare. «Per far che?» fu la mia risposta immediata. «Per ascoltare i ponti ripetitori VHF lontani». Sebbene gli avessi spiegato che non era necessaria una direttiva per l’ascolto, non sentì ragioni e la ordinò. Qualche giorno più tardi lo vidi arrivare con un grosso scatolone che appoggiò sul bancone all’ingresso del corridoio che portava ai vari uffici e ridendo come un matto mi disse in dialetto «Capìssi nagòtt! Ho dervì ul scatulùn e ghé denter tüch tòc de fer» (Non capisco niente, ho aperto lo scatolone e ci sono dentro tutti pezzi di ferro). Tirò fuori dalla tasca il foglio con l’elenco dei pezzi contenuti nello scatolone e ha continuato «Se l’é el “direttore, riflettore, gamma match”?» poi mise la mano nell’altra tasca e tirò fuori un paio di cacciaviti. «Me la monta lei per favore?» Mi fece tanta tenerezza per l’umiltà di chiedermi aiuto così “spudoratamente” davanti ai colleghi che passavano in quel momento e mi misi al lavoro, mentre mi guardava interessato ma continuando a ridere della sua inesperienza e spesso qualcuno di passaggio gli chiedeva in modo scherzoso: «Commenda, ma non si sente a disagio a farsi assemblare un’antenna da una donna?»… e giù una risata generale! Beh, quel giorno mi sono sentita orgogliosamente un radioamatore che ha studiato e sperimentato con caparbietà per trovarmi pronta ad ogni evenienza che mi fosse capitata, anche quella di assemblare una direttiva in ufficio!

Emanuela IZ2ELV

2 pensieri riguardo “Quel giorno che mi sono ringalluzzita di essere un radioamatore

Aggiungi il tuo

  1. Ma poi hai montato la direttiva?

    Mi ricordo anch’io gente del genere. Uno in particolare. Ero studenticchio all’epoca a Napoli. Conobbi in aria un OM anziano e decisi di andare a trovarlo. Era al Vomero: quartiere alto Era stato giudice della Corte dei Conti. Una stanza con meraviglie varie: Hallicrafters, Collins, Drake, ecc. Tutti corredati da microfoni, p.a… Poi in basso sotto al tavolo un grosso scatolone, pieno di tubi di potenza, ‘schiattati’. Seppi altre cose in seguito, da altri miei amici colleghi giovani, entrati nell’entourage: non sapeva fare nemmeno un accordo col p.a. Cavi e connettori glieli montavano loro; ecc. Insomma…

    Di questi casi ce ne sono tanti. Un ex giudice con una bella pensione doveva pur usare i soldi in qualche modo…

    Ma ora tutto mi appare remoto, sfumato. Anch’io ho 2 rtx in HF e 2 per i 2 m, e in questi giorni perdo tempo per ‘risuscitare’ una radio a valvole trovata in discarica: impresa quasi disperata

    TNX 73 I2SRM

    Piace a 1 persona

    1. No, suo figlio non voleva più antenna sul tetto, quindi Fulvio gli aveva procurato un tubo dell’acqua di 2 mt e glielo ha piantato in giardino. Ovviamente doveva orientarla a mano, ma dubito l’avesse mai usata. Era come un bambino viziato che vuole tutti i giochi poi non ne usa uno.

      "Mi piace"

Scrivi una risposta a tremaghi Cancella risposta

Blog su WordPress.com.

Su ↑