Ci sono libri che leggi e ne assorbi l’essenza come nel caso de Il monaco che amava i gatti, opera prima di Corrado Debiasi, trentino, appassionato di filosofie orientali, che ha fatto dello yoga e spiritualità il fulcro del suo percorso di vita, raccogliendo in questo libro gli insegnamenti sui valori profondi delle sette rivelazioni che ha ricevuto da altrettante persone straordinarie incontrate durante un viaggio in India. É ambientato sulle rive del fiume Gange a Varanasi nell’Uttar Pradesh, la più santa tra le sette città sacre dell’India e considerata il centro della Terra dagli induisti. La narrazione è molto coinvolgente, sembra di immergersi realmente tra i colori caldi dell’India, i gli odori speziati e quelli nauseanti del dedalo di viuzze tra il fragoroso rumore del traffico intenso delle strade, fino ad avere la sensazione di assaporare una tazza di tè con i vari personaggi. Una volta giunto nel ashram, grazie a una coincidenza tanto strana quanto mistica, incontra Tatanji, “colui che si espande attraverso l’indescrivibile”, un anziano monaco si è ritirato in quel luogo con i suoi gatti e Shanti, una donna dalle origini italiane da parte della madre che accompagnerà il protagonista, nonché autore di questa meravigliosa storia, per tutto il tempo del suo soggiorno in India, ma non solo. Da quel momento verrà chiamato con il suo nome spirituale, Kripala, che in sanscrito significa grazia, benedizione e avrà inizio una sorta di viaggio emozionale che gli cambierà la vita. Un libro ricco di saggezza e poesia, passaggi che colpiscono particolarmente e che ho trascritto su un taccuino. Sulla sua copertina c’è un pensiero molto profondo che fa riflettere: ogni cosa avviene sempre nel tempo e nel luogo giusti. Ogni cosa avviene quando sei pronto per riceverla. Penso che sia una riflessione tremendamente vera.

Il secondo libro di Corrado Debiase è il seguito del precedente, un romanzo bellissimo, scritto con molta delicatezza e ambientato nel nord dell’India. Si tratta di una sorta di diario di viaggio che Kripala, il protagonista, intraprende dalla città sacra di Varanasi per cercare e raggiungere Il villaggio dei monaci senza tempo, che dà il titolo all’opera. In quel luogo sperduto spera di riabbracciare il suo maestro Tatanji, colui che gli cambiò la vita durante il suo primo viaggio in India e che sicuramente, anche in questa occasione, gli avrebbe dato i giusti consigli, aiutandolo a superare il dolore per la perdita della sua amata Shanti. Durante questo suo lungo e non facile viaggio in compagnia di Shakti, una gattina grigia dagli occhi blu, Kripala si affida ai segni del destino per raggiungere quella località remota che gli era apparsa in sogno e dove è sicuro di ritrovare il suo Maestro. Sin dal suo arrivo all’aeroporto ha inizio una serie di incontri con persone speciali che lo aiuteranno nel suo intento e soprattutto gli insegneranno a scoprire il valore delle cinque consapevolezze che doneranno un senso ancora più profondo alla sua vita. Dal tassista Kabir, che gli ha dimostrato quanto sia terapeutico il potere di un abbraccio, a Sandeep che gli ha insegnato i benefici della risata e altre anime pure, che gli hanno permesso di approfondire l’importanza di ascoltare e controllare il respiro, il potere della musica, di saper accettare il dolore e la sofferenza al punto si poterne trarre insegnamento. Due personaggi su tutti sono stati determinanti a Kripala per trovare lo sperduto villaggio, la sciamana Matrika, Madre Divina in sanscrito e Vivek, l’anziano medico personale di Tatanji, incontrato una volta ritornato nuovamente a Varanasi al termine del suo lungo e avventuroso viaggio che lo ha arricchito ulteriormente. Dopo un ultimo tragitto in treno a nord di Nuova Dehli e un lungo percorso a piedi, grazie al sesto senso della gattina Shakti trova il villaggio dei monaci senza tempo dove può riabbracciare il suo Maestro e fare un nuovo incontro, che forse entrerà a far parte della sua vita.
Sicuramente questi due libri saranno un dono molto gradito, letture ideali per le vacanze natalizie. Entrambi sono disponibili online da La Feltrinelli e Amazon. In quest’ultimo potrete trovare Il monaco che amava i gatti nelle edizioni in francese, spagnolo, polacco e olandese.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


Cercherò di leggerlo. Ora sto terminando la lettura dei romanzi di James Clavell. Il desiderio di leggerli è nato dalla visione della serie televisiva ‘Shogun’, che ha vinto un prestigioso premio lo scorso anno. Questi romanzi, scritti a cavallo del secolo scorso, sono tutti incentrati sull’Estremo Oriente. Shogun è il primo, riguardante il Giappone del Seicento, e la stessa nazione nel terzo, Gai Jin. Il secondo, Tai Pan, invece riguarda la fondazione di Hong Kong. Questo romanzo ha ispirato un film famoso degli anni ’80.
Ho voluto segnalarlo perché tutti permeati di senso della vita orientale, karma, visione buddistica.
Grazie ancora per il suggerimento.
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Grazie del consiglio, li leggeró. Adoro le filosofie orientali, gli studi sul buddhismo zen mi hanno cambiato la vita. Serena giornata Michele!
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