I gatti dimostrano di avere un’assoluta onestà emotiva (Ernest Hemingway)


Se non fosse per un azzeccatissimo regalo che ha ricevuto mio marito per il suo compleanno, non avrei mai trovato questo libro. Difficilmente l’avrei scovato sugli scaffali di una libreria e tanto meno online.
Il mio amore per i gatti mi ha portato nel tempo a leggere parecchi libri su questi meravigliosi felini, sempre bellissime storie con un’unico protagonista e del suo rapporto con chi ha avuto la fortuna di adottarlo, ma questo libro è qualcosa di diverso.
Gatti leggendari e i loro umani è stato scritto a quattro mani da Heike Reinecke, capo dell’unità nel dipartimento di salute del Ministero del lavoro, della salute e degli affari sociali del Nord Reno-Westfalia con la passione per la scrittura e da Andreas Schlieper, impiegato nella giunta regionale della stesso stato federato, con alle spalle la pubblicazione di numerosi libri, tra i quali Rufus,il gatto filosofo: saggezza di sette vite (non disponibile in italiano).
Heike e Andreas, che vivono a Düsseldorf con Gustav, il loro amato gatto bianco e nero, hanno avuto la brillante idea di raccogliere storie e aneddoti divertenti dei felini adottati da 32 personaggi celebri in un libro che, grazie alla lettura piacevole e scorrevole, ci conduce per mano nell’arte, nella filosofia e nella musica, in un viaggio letterario giramondo e nell’arco temporale di tre secoli.
Dall’incontro in Toscana tra Andrea Camilleri con il suo gatto Barone, agli amatissimi felini di Freddie Mercury, ai gatti randagi che Gustav Klimt raccoglieva per strada, ospitandone fino a una dozzina nella sua abitazione, pur non avendo mai dedicato loro un dipinto, a Haruki Murakami, lo scrittore giapponese che dovendo portare a termine il suo celebre romanzo Norwegian Wood, pose una condizione particolare al suo editore, quella di prendersi cura del suo amato gatto Fuko Neko (gatto della fortuna) durante i suoi soggiorni all’estero, fino a Winston Churchill e i suoi Nelson, uno dei Chief Mousers to the Cabinet Office, i cacciatori di topi ufficiali del governo britannico e Jock un marmellate cat, così chiamato per il suo manto arancione, che gli venne regalato nel 1964 da Sir John Colville, ex segretario personale. Era il suo gatto prediletto al quale gli era stato assegnato un posto fisso a tavola su una sedia a lui riservata e si racconta che i pranzi di famiglia non potevano avere inizio se anche Jock non sedeva attorno al tavolo con gli altri commensali.
Questi sono solo alcuni cenni delle tante esilaranti storie raccolte in questo libro, che è consigliato anche a chi non è amante dai gatti, ma che alla fine ne uscirà attratto e ammaliato dalla personalità di questi adorabili felini e compagni di vita.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

2 pensieri riguardo “I gatti dimostrano di avere un’assoluta onestà emotiva (Ernest Hemingway)

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  1. Ho anch’io un libro sui gatti: “Storie di gatti”, di Benedetto Croce. Racconti vari. E poi ricordo “Il gatto nero” di E. A. Poe. Mi piacerebbe averne un altro: ne abbiamo avuta una per 19 anni. Ma non mi decido perché non saprei a chi affidarlo in mia assenza né portarlo con me. Rimando a data futura.

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    1. Da quando abbiamo adottato i nostri, più di 11 anni fa, non ci siamo più concessi un giorno di vacanza. Ma non è un sacrificio: godere ogni giorno della loro compagnia, non ha prezzo!
      Buona serata Michele!

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