Ultima alba d’autunno


Ogni mattina, quando mi sveglio, mi sento rinascere. In fondo ogni giorno di vita è un dono ed è così che mi piace iniziare la giornata, esprimendo gratitudine assistendo all’alba, ammirando i suoi i colori mentre attendo il sole che sorge all’orizzonte nel suo continuo peregrinare perpetuo da est verso sudest dal solstizio d’estate a quello d’inverno, per poi ripetere il percorso al contrario.
Non so quante foto ho scattato in questi momenti, centinaia, forse migliaia, affascinata dalla luce che nasce per illuminare le mie giornate,
Stamane sono stata attratta da uno scorcio guardando verso ovest, alberi spogli, le case del centro storico del mio paese, Azzate, sullo sfondo il massiccio del Monte Rosa illuminato dal sole appena sorto conferendogli quel colore che gli ha dato il nome e qualche nuvola che ha ha donato movimento al cielo azzurro, creando forme astratte.
Ricorderò questo ultimo giorno di autunno per una bellissima alba vista da una prospettiva diversa che mi traghetterà a celebrare lo Yule, festa pagana della luce e della rinascita. Questo antico rituale celtico del solstizio invernale prevedeva una veglia dal tramonto nella notte più lunga dell’anno, assicurandosi che il sole sorgesse nuovamente.


Il termine Yule si pensa derivi dalla parola norrena Hjól, ovvero Ruota, in quanto simboleggiava il punto più basso nella Ruota dell’Anno celtico e dal quale si sarebbe poi risaliti.
Come tutti i rituali celtici, Yule racchiudeva simbologie e significati legati alla vita rurale, una celebrazione che chiudeva il ciclo della Natura e contemporaneamente sanciva la sua nuova ripartenza grazie al processo di rinascita della luce.
Mi piace dare un senso al solstizio d’inverno legandolo al ciclo della natura, ma non solo, anche all’inizio di una rinascita personale, un importante momento di rinnovamento in vista del nuovo anno ormai alle porte.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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