Dieci giorni a Natale


Oggi inizia il conto alla rovescia, ai bambini rimangono poche finestrelle da aprire del calendario dell’Avvento e per i più piccoli cresce di giorno in giorno la trepidazione per l’attesa dell’arrivo di Babbo Natale con i tanto attesi doni.
Per chi festeggia ancora in famiglia, fervono i preparativi del cenone della vigilia o del pranzo natalizio, a seconda della tradizione tramandata da generazioni e non si fa che parlare di leccornie, come se per i restanti giorni dell’anno si patisse la fame.
Com’erano belli i tempi in cui a Natale si iniziava il pranzo con un pò di antipasto all’italiana accompagnato dall’immancabile insalata russa fatta in casa, un primo di cappelletti in brodo, rigorosamente di gallina, a seguire il bollito misto con la salsa verde e la tradizionale mostarda.
Si terminava con la frutta, i mandarini, la cui buccia finiva sempre sul calorifero a profumare l’ambiente, qualche dattero, fichi secchi, torroncini (che venivano appesi all’albero di Natale) e il classico panettone, che lo si mangiava per la prima volta in quell’occasione.
I doni che si trovano sotto l’albero, portati rigorosamente da Gesù Bambino al quale si aveva scritto la letterina, erano pochi e molto parsimoniosi, ma con la loro semplicità ci facevano molto felici e si imparava a custodirli con molta cura, perché fino al compleanno non se ne ricevevano altri.
Quest’anno che Natale sarà? Se pensiamo alle tante guerre in atto, una delle quali proprio nella terra dove è nato e vissuto Gesù, non potrà essere che triste.
Il consumismo ci ha purtroppo insegnato a non guardarci attorno e porci troppe domande, a festeggiare comunque questa ricorrenza, acquistando regali, facendo pranzi luculliani a casa o al ristorante, abbuffandosi come se non ci fosse un domani. Altri trascorrendo le festività sulla neve o ai tropici.
Recentemente la mia curiosità mi ha spinto a pormi qualche domanda sulla data del 25 dicembre e a documentarmi in merito. In origine era la festa pagana Dies Natalis Solis Invicti, ovvero la nascita del sole invincibile, che cadeva dopo le giornate più buie dell’anno del solstizio d’inverno e coincideva con il termine delle celebrazioni della festa Romana dei Saturnali, dedicata al dio Saturno. Fu Papa Giulio I, all’incirca nell’anno 350 d.c. a trasformare questa ricorrenza pagana in cristiana e decretandola l’anniversario della nascita di Cristo. Sulla presunta vera data, un indizio nei Vangeli suggerisce che il compleanno di Gesù non fosse in inverno, poiché i pastori erano soliti trascorrere all’aperto la notte a guardia dei greggi, cosa non possibile nel mese di dicembre quando le pecore venivano ricondotte agli ovili prima che iniziasse la stagione fredda delle piogge, cioè non più tardi della metà del mese di ottobre. Una ulteriore riprova si ha con la lettura di un brano dello dell’Apostolo Luca (1:24-38) quando riferisce che la Vergine Maria rimase miracolosamente incinta quando la cugina Elisabetta era già al sesto mese di gravidanza. Lo stesso Vangelo recita che l’Arcangelo Gabriele annunziò a Zaccaria, marito di Elisabetta, l’imminente concepimento della moglie (Luca 1:8-13) che avvenne verso la fine di giugno. Il sesto mese di gravidanza sarebbe caduto a dicembre, per cui, il parto sarebbe avvenuto alla fine di marzo o ai primi di aprile dell’anno successivo. Poiché la nascita di Gesù avvenne a sei mesi di distanza, la data cadrebbe alla fine di settembre o ai primi di ottobre, ovvero nel periodo in cui, dopo il raccolto, si usava pagare i tributi e Maria e Giuseppe si stavano recando a Betlemme per regolarizzare la loro posizione con gli esattori del fisco.
La chiesa decise quindi di trasformare una festa pagana in cristiana, scegliendo il 25 dicembre come data della nascita di Gesù, “la vera luce del mondo”.
Poco importa se quest’anno la luce che brillerà nel cielo di Betlemme sarà quella dei razzi. Il resto del mondo festeggerà comunque quel Natale che è sempre più una festa consumistica e meno cristiana.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

5 pensieri riguardo “Dieci giorni a Natale

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  1. *Una volta l’America era un sogno di liberta’, di nuova vita, di giustizia.
    Oggi cosa rappresenta? Potere dei soldi, potere delle multinazionali,
    potere delle lobbies.
    E liberta’ nuova vita giustizia eccetera?  Forse , meglio non parlarne.
    Siamo sicuri che questa sia ancora democrazia?
    Putin – Xi shin ping – Trump ? che Dio ci aiuti. *

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