“Il vento gira all’incontrario”, un libro che parte a vele spiegate


Ci sono tanti modi per celebrare un compleanno, soprattutto quelli importanti a cifra tonda che traghettano in una nuova decade della propria vita.
Chapeau all’amico Claudio Bollentini, che ha deciso di regalarsi la pubblicazione della sua quinta opera letteraria in occasione del suo sessantesimo compleanno, un libro che tratta alcune considerazioni a caldo scritte dopo l’uscita del libro di Roberto Vannacci, “Il mondo al contrario” che ha toccato il nervo scoperto della impopolarità del fenomeno del politicamente corretto e dei suoi corollari così invasivi e urticanti per il comune sentire e per le tradizioni più radicate. L’opinione pubblica non ne può più, la pazienza e la sopportazione hanno un limite soprattutto quando chi impone strumentalmente una certa “cultura” scade nel grottesco e nel delirio.
Al Generale dell’Esercito fa eco Claudio Bollentini, da decenni operativo nel settore della consulenza di comunicazione istituzionale e politica, con il suo “Il vento gira all’incontrario: politicamente corretto e minoranze che opprimono”, un contributo per riordinare le idee e guardare al futuro, un testo opportunamente adattato e integrato, tratto da un breve lavoro destinato ad una eminente figura del mondo politico italiano.
Il libro di Bollentini non vuole essere un saggio sul politicamente corretto, bensì è semplicemente una sintetica e accessibile disanima del fenomeno scritta con lo scopo di offrire una chiave di lettura per interpretare meglio il tempo che viviamo e di proporre qualche indicazione e consiglio utile per il futuro. E la risposta principale o preferita per affrontare la questione è, secondo l’autore, da ricercarsi nella politica, quella del fare e non quella delle chiacchiere ideologiche o delle prediche moralistiche.
Con “Il vento gira all’incontrario” Claudio conferma la sua poliedricità di scrittore. Dopo la sua opera prima “La Novalesa – Nihil sub sole novum”, una minuziosa ricerca storica dei 1293 anni dell’Abbazia benedettina in alta Val Cenischia, tessendo una tela perfetta che si presenta come un quadro ricco di interessanti particolari, ha pubblicato “Spin doctor. L’ingenuità perduta”, un romanzo ambientato dietro le quinte della politica tra la prima e seconda Repubblica, ma fornisce anche un vademecum per chi vuole capire chi sono gli spin doctor, come lavorano e come magari diventarlo. Nel bel mezzo del lockdown è uscito il suo terzo lavoro “La ragazza di Belgrado” ambientato nella Milano che ha dato i natali a Claudio e che ha come protagonisti Carlo Valentini, un affascinante scrittore e professore universitario di mezza età e la giovane Gloria. Un romanzo che racconta l’avventura dell’intellettuale con lo sguardo magnetico, la parola giusta al momento giusto, maledettamente attraente nella sua ostentata maturità e dall’altra la sensualità e la prorompente voglia di vivere della ventenne prostituta di Belgrado, che trovano la sintesi perfetta in un fugace amore impossibile. Il penultimo lavoro di Bollentini, “Ragione e paradosso”, 15 pagine in formato Kindle, è una raccolta di brevi riflessioni e spunti per una ricerca spirituale, un saggio per chi desidera suggerimenti da riflessioni di filosofia e teologia, frutto delle esperienze che Claudio ha maturato durante l’anno sabbatico trascorso alla Novalesa e dei suoi frequenti soggiorni all’Abbazia.
“Il vento gira all’incontrario” è disponibile su Amazon, dove troverete tutte le opere di Claudio Bollentini.

Buona lettura!

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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