La mia famiglia non era un’assidua frequentatrice della chiesa, tutt’altro, non andavamo a messa nemmeno nelle feste comandate, ma sin da piccola mi hanno insegnato le preghiere e a celebrare la nascita di Gesù Bambino.
Guardando questa foto scattata nel dicembre 1964, ripenso con nostalgia al Natale di una volta, con il pranzo tradizionale che iniziava con l’antipasto arricchito dall’insalata russa rigorosamente casalinga, tortellini in brodo, quello del bollito misto che si gustava accompagnato da salsa verde e mostarda. Per finire i mandarini, la cui buccia finiva immancabilmente sui caloriferi per donare un profumo naturale alla casa. Poi datteri, fichi, frutta secca e finalmente il tradizionale panettone, che nel nostro caso era un Frontini, prodotto nella fabbrica sita nella vicina Via General Govone (in quel di Milano), che già da giorni inebriava l’aria della via con il profumo del celebre dolce natalizio appena sfornato.
Da anni quei semplici pranzi hanno lasciato spazio a costose portate stravaganti e luculliane, qualcuno subito dopo Halloween inizia a mangiare il panettone o il pandoro tradizionali o nelle varianti più creative, che riempiono gli scaffali dei supermercati. L’aspetto religioso é andato via, via scemando negli anni, il Natale è sempre più associato, oltre ai tradizionali regali, a settimane bianche o vacanze in altre parti del mondo.
Tra due giorni oltreoceano si celebrerà il Thanksgiving, le cui radici risalgono attorno al 1620, un momento di gratitudine e tra coloni europei e i nativi americani riuniti festeggiare un abbondante raccolto dopo un anno di avversità, condividendo un banchetto a base di tacchino, zucca e altri prodotti locali. Diventata una festa nazionale dal 1863 grazie ad Abramo Lincoln per dimostrare gratitudine a Dio per quanto ricevuto durante l’anno trascorso, si celebra l’ultimo giovedì di novembre con il tradizionale tacchino cucinato al forno. Da oltre un secolo anche questa ricorrenza ha avuto un risvolto consumistico, quando nel 1924 la catena della grande distribuzione newyorkese Macy’s, organizzò il venerdì successivo al Thanksgiving una vera e propria parata per celebrare l’inizio dello shopping natalizio, sfociato negli anni ’80 nel Black Friday, diventato ormai un appuntamento mondiale alla corsa agli acquisti a prezzi più o meno vantaggiosi.
E così, mentre i bambini si apprestano ad aprire la prima finestrella del calendario dell’Avvento, c’è chi ha già prenotato la vacanza natalizia e chi si appresta a acquistare i regali e organizzare cenoni, mentre sul mondo continuano a soffiare venti di guerra, conflitti grandi e piccoli dei quali se ne parla e non, quasi ci fossero guerre di serie A e di B. C’è solo una triste certezza, quella che questi venti non si affievoliranno nemmeno nel giorno in cui tutti vogliono apparire più buoni. Così va il mondo… ciò nonostante confido che un giorno non tanto lontano si possa finalmente celebrare un Natale di pace.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


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