Era il 6 gennaio 2011, quello che doveva essere un giorno dell’Epifania come tanti altri precedenti e poneva fine alle vacanze natalizie. Da lì a poco avremmo iniziato a programmare le prossime ferie estive. Non siamo mai stati tipi da last minute, amavamo scegliere accuratamente le nostre mete e non avevamo ancora deciso se saremmo andati al mare o in montagna. Fulvio era all’oscuro che da qualche giorno stavo organizzando per l’anno successivo qualcosa di speciale per il suo 55° compleanno, ovvero prenotare due posti al Concerto di Capodanno 2022 al Musikverein di Vienna, quello che sarebbe stato diretto dal compianto Mariss Jansons, un evento a cui teneva molto sia per la bellezza musica e per trascorrere un altro weekend nell’affascinante capitale austriaca.
Quella mattina Fulvio si svegliò con un malessere che andava peggiorando di ora in ora. Chiamai la guardia medica, che dopo avermi posto qualche domanda sul suo stato, mi rassicurarono dicendo che si trattava di una forte sindrome influenzale. Incominciò ad avere forte vertigini, richiamai invano la guardia medica, così la sera telefonai ad un amico medico chiedendogli un consiglio. Mi disse che probabilmente si trattava di una labirintite e che gli sarebbe passata nel giro di un paio di giorni, ma le forti vertigini si ripresentarono dopo una settimana e il nostro amico ci fissò un appuntamento in ospedale per una visita dall’otorino e una serie di esami. La diagnosi fu un deficit vestibolare sinistro acuto e irreversibile, una patologia fortunatamente non grave, ma che gli avrebbe cambiato radicalmente la vita. Le forti crisi vertiginosi si presentavano assiduamente ed improvvisamente, senza alcun “preavviso”, duravano fino a una settimana nella quale Fulvio non riusciva ad alzarti dal letto nemmeno per recarsi in bagno. Non era più in grado di lavorare, quindi fu messo in cassa integrazione fino a raggiungere i requisiti per il pensionamento.
Ovviamente non usciva di casa da solo, aspettava il weekend quando ero a casa dal lavoro, ma molto spesso i nostri piani non potevano essere rispettati a causa delle frequenti crisi.

Da quel 6 gennaio 2011 non più un viaggio o anche una breve vacanza. La casa di Buguggiate era diventata il fulcro della nostra vita, quattro mura che si affacciavano su strade molto trafficate poi finalmente nel 2018 il trasferimento ad Azzate, facendo il grande passo di acquistare la nostra prima casa, un appartamento dal quale godiamo di un meraviglioso panorama su quelle Prealpi varesine che per tanti anni sono state mete delle nostre escursioni domenicali di trekking. L’anno successivo presi la decisione di andare in pensione anticipata grazie a Opzione Donna, un compromesso che accettai nonostante la penalizzazione economica, con l’obiettivo di far cambiare vita a Fulvio. Avremmo potuto uscire ogni giorno a fare delle passeggiate nei boschi circostanti o sulla pista ciclopedonale del lago di Varese, ma una forte lombosciatalgia di Fulvio, dovuta a più ernie discali, mandò all’aria nuovamente i nostri piani. Solo nei primi mesi 2020 i benefici di una lunga cura di ozonoterapia aveva fatto ben sperare di poter riprendere le nostre passeggiate, ma il Covid era dietro l’angolo, così pure il lockdown. Terminato il lungo periodo di confinamento, è toccato al mio ginocchio, che nonostante continui cicli di infiltrazioni, non mi permette tutt’ora di camminare a lungo.
Sono trascorsi 13 anni da quell’Epifania che ha modificato radicalmente la nostra vita. Abbiamo smesso di fare programmi e soprattutto imparato a vivere alla giornata. Le vacanze e i viaggi non ci mancano, amiamo la nostra casa dove è racchiuso il nostro mondo e dove abbiamo imparato a trovare la felicità.
La salute è il più grande possedimento.
La felicità il più grande tesoro.
La fiducia il più grande amico.
Non-essere è la più grande gioia.
Lao Tzu
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


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