I gioielli di Azzate – Chiesa sconsacrata di Sant’Antonio


Lasciate alle spalle Villa Bossi-Terttroni-Benizzi-Castellani, il Palazzo Pretorio e imboccando nuovamente la via Volta, sul lato destro non passa inosservata una facciata con elementi architettonici di stile romanico, ovvero il rosone in cotto e la semplice struttura a capanna. L’incisione a caratteri romani dell’anno 1525 su un pilastro verticale che sporge da una parete muraria testimonia successivi elementi rinascimentali, quali il portale in pietra che riproduce nella sua classicità il motivo di un tempio greco, ovvero due lesene con capitello composito sormontate da un aggettante timpano triangolare con rilievi architettonici in stile ionico e corinzio.


Si tratta della chiesa sconsacrata di Sant’Antonio, che venne fondata canonicamente il 4 maggio 1354 da Guidetto Bossi come la cappellania Bossi presso il costruendo oratorio in venerazione di S. Antonio abate. La richiesta venne accolta dall’arcivescovo Giovanni Visconti, che delegò per il disbrigo della pratica il sacerdote Ruggero da Solbiate, prevosto della chiesa di S. Maria a Gallarate.
A seguito del regio decreto n. 3036 del 7 luglio 1866, che negava il riconoscimento a tutti gli ordini, le corporazioni, e le congregazioni religiose regolari, ai conservatori ed i ritiri che comportassero vita in comune ed avessero carattere ecclesiastico, la chiesa di Sant’Antonio venne chiusa al pubblico e divenne proprietà privata nel XIX secolo.


Successivamente la sua storia narra che negli anni ospitò un laboratorio di falegnameria prima del Signor Magnini poi del Signor Pietro Vanoni, quindi divenne la cantina del vino dell’osteria, come lo testimoniano le tue grandi botti in legno ancora presenti al suo interno.


Al centro dell’abside è presente una Madonna con Bambino su uno sfondo con due nicchie e drappo grigio sorretto da due teste d’angelo e ai lati due figure a mezzo busto emergenti dallo sfondo: a sinistra Sant’Antonio, a destra una figura femminile. Parrebbe che molto probabilmente questo affresco sia stato rifatto o fatto ex novo.


Al suo interno é presente anche una meridiana che riporta la scritta Sine Sole Sileo, ovvero Senza il Sole taccio, l’antica locuzione latina ricorda l’importanza del sole, senza il quale non esisterebbe alcuna forma di vita sulla Terra.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

(Fonte: aciate.blogspot.com)

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