Risòtt e lüganega, ciaccer e tortèi de Carneval


Non mi maschero per Carnevale, ma un peccato di gola ci può stare.
Oggi ho cucinato il risotto con la luganiga, pietanza tipica lombarda che spesso ricorre nei menù carnevaleschi delle varie feste in piazza in diverse località, anche nel Canton Ticino, dove è tradizione consumarlo il giovedì grasso, sfumato rigorosamente con il Merlot, il vino principe della Svizzera italiana.
Spesso confusa con la salsiccia, la lüganega differenzia per la sua forma più sottile, il colore più chiaro e rosato, meno grossa e insaccata con le parti più nobili del maiale, è una preparazione tipica dell’Italia settentrionale e del Canton Ticino anche se pare abbia origine in epoca romana, quando veniva chiamata lucanica per identificare un tipo di salsiccia originaria della Lucania.
Anche il letterato a agronomo romano Marco Terenzio Varrone, vissuto nell’ultimo secolo avanti Cristo, citava Lucanica, a lucanis populi a quibus romani milites primum didicerunt, lucanica, dal popolo lucano, perchè i soldati romani hanno imparato a farla dai Lucani.
Il risotto con la lüganega è nato come un piatto tipico Brianzolo attorno al 1500, precisamente di Monza, che seppur povero, era gustoso e soprattutto una pietanza completa.
Quindi ho cucinato questo ricco e gustoso piatto unico e per chiudere il pranzo una generosa porzione di tortelli e chiacchere di Carnevale, queste ultime che vantano origini nell’antica Roma, quando si celebravano i Saturnali, una festa molto simile al Carnevale odierno e nei vari banchetti delle feste popolari venivano distribuiti dei dolci fritti nel grasso di maiale che chiamavano frictilia.
Sarebbe meglio che domattina non mi pesassi. La generosa porzione di risòtt e lüganega, quater ciaccer e tortèi mi avranno sicuramente regalato qualche etto di troppo, ma a Carnevale ogni scherzo vale, anche quello di ingrassare un cicinin!

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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