Giunti allo slargo alla fine di Via Volta, di fronte al Palazzo Pretorio al civico 22, c’è un cancello che in estate non passa inosservato per il meraviglioso glicine che dona colore a quel tratto della via Benizzi Castellani.
Dietro quel cancello c’è una proprietà che che si estende anche nell’adiacente via Carlo Riva al civico 2, fino a Piazza Cairoli al civico 2 e che nel XIV secolo costituiva un piccolo borgo medievale di proprietà di Egidio Bossi, feudatario della Valbossa.
Si tratta di Casa Borsa, costituita da più fabbricati, principalmente risalenti al XV secolo, che vennero acquistati il 25 aprile1825 da Paolo Antonio Borsa da Gaetano Landriani e facenti parte del mappale n. 855 del cosiddetto Catasto di Maria Teresa d’Austria, precedentemente posseduti dal marchese Galeazzo Bossi figlio di Benigno e che vengono descritti nel 1772 come “Casa di propria abitazione con orto non distinto dal caseggiato”.





Tra questi fabbricati fa parte una porzione di casa, sulla cui facciata sono evidenti gli affreschi tra i quali l’effigie di Egidio Bossi e risalente al XII secolo, epoca anche di una porzione dei sotterranei della villa principale, dove nel medioevo esistevano delle celle dove il Corpo di Guardia, di stanza nel prospiciente Palazzo Pretorio, rinchiudeva momentaneamente i prigionieri in attesa di essere trasferiti a Varese.
Ma anche nel XIX secolo la proprietà era considerata una sorta di centro del paese, quando Luigi Borsa, farmacista, la ereditò dal padre Giuseppe e aprì la “spezieria” nel locale al civico 2 di via Nobile Claudio Riva, che nel 1860 divenne anche sede delle Poste, dopo che nel 1860 Luigi venne nominato titolare dalla Direzione Generale. L’Ufficio Postale, la cui insegna è ancora ben visibile, era aperto la mattina dalle ore 7 alle 10 e nel pomeriggio dalla una alle 3 per ricevere e distribuire la corrispondenza che arrivava quotidianamente da Varese a mezzo del “pedone” Antonio Tibiletti e grazie alla grande stima che il sindaco vantava per il Borsa, era autorizzato anche all’emissione e pagamento dei vaglia postali.
Luigi Borsa fondò anche con degli amici un circolo conviviale chiamato Mai Intees con sede nella sua residenza e dove si riunivano una volta al mese, in inverno deliziati dal caldo dell’ampio camino e d’estate del fresco che godevano nel bellissimo ed intimo giardino. Alcuni di questi “amiconi” amavano anche cimentarsi nella musica e suonare insieme “ma non andavano mai d’accordo” e da qui nacque il curioso nome.



Nel XX secolo la proprietà venne ereditata dal Dottor Giovanni Borsa, medico condotto di Azzate, quindi dalla figlia Giovanna, nonna dell’attuale proprietario, Paolo Crosta, che con la mamma, Signora Carlotta Pomati hanno trasformato la villa principale nella Locanda dei Mai Intees, piccolo hotel di charme.
Casa Borsa ha un fascino particolare, il suo interno profuma di storia con gli affreschi e i camini del XV secolo e la torre di avvistamento, non il punto più alto di Azzate, ma seconda solo al campanile della chiesa parrocchiale e da dove si gode una impagabile vista a 360°.
Ringrazio il Sig. Paolo Crosta per avermi fornito i documenti storici, frutto di una minuziosa ricerca da parte del Dottor Giancarlo Vettore.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


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