Vi ho mai detto grazie? Vi ho mai dimostrato tutta la mia gratitudine per essere stati la mia vera famiglia? Sicuramente non abbastanza.
Non c’è giorno che non penso a voi indimenticabili zii, Nanda, Gina e Alfredo, non c’è sera che prima di addormentarmi vi rivedo sorridenti e vi chiedo di venirmi a trovare in sogno, per godere ancora della vostra presenza nel mio mondo onirico, facendomi provare le stesse emozioni che ho vissuto in vostra compagnia.
Grazie per avermi aperto la porta della vostra casa appena dimessa dalla maternità, accolta come una figlia e per le notti trascorse in bianco quando avevo quei piccoli malesseri tipici dei neonati.
Grazie per l’educazione ferrea che mi avete dato e senza concedermi vizi, per avermi insegnato la rettitudine, la coerenza, a camminare sempre a testa alta, a superare gli ostacoli con dignità e ad amare la vita incondizionatamente.
Grazie per non avermi mai fatto mancare nulla, un regalo sotto l’albero di Natale, la torta di compleanno, le festicciole per la Prima Comunione e la Cresima, i soggiorni invernali al mare per mitigare i disagi della mia tonsillite e soprattutto per avermi insegnato ad amare e rispettare la montagna.
Grazie per il vostro amore che non mi ha fatto percepire l’assenza dei miei genitori, non solo durante l’infanzia e l’adolescenza, ma anche da adulta, quando ormai non vivevamo più insieme.
Siete stati sempre il mio faro anche negli anni di collegio ed in seguito finché siete stati in vita, sapevo che per qualsiasi cosa avrei potuto contare sul vostro aiuto.

Grazie zia Gina e Nanda per aver sempre risposto con tanta sincerità alle mie domande sulla sessualità, vegliando pur da lontano sulla mia adolescenza, dandomi sempre preziosi consigli che han fatto sì che non commettessi degli sbagli dei quali avrei potuto pentirmene. Grazie zia Nanda per avermi insegnato a leggere e scrivere quando avevo solo 4 anni, facendo sì che i libri diventassero miei compagni di vita sin dall’infanzia, quando leggevo le fiabe. Grazie zio Alfredo per avermi insegnato ad amare la musica classica e operistica, quelle arie verdiane che erano diventate la mia quotidiana ninna nanna. Grazie per aver accolto Fulvio come un figlio e tu, zia Gina, per avermi preparato la dote con tanti sacrifici. E come dimenticare le vostre lacrime sincere di commozione al nostro matrimonio, un’ulteriore conferma del vostro grande amore. Purtroppo chi prima ci ha uniti, ha fatto sì che ci allontanassimo proprio negli anni che avrei voluto esservi vicina e d’aiuto, accudirvi e farvi percepire il mio amore infinito per voi. Recentemente ho trovato questa foto, forse l’ultima che ci ritrae insieme e scattata da Fulvio negli anni ’90 in occasione di una delle nostre visite sul Lago d’Iseo, dove avete trascorso la vostra terza età, momenti troppo fugaci per soddisfare il mio desiderio di stare in vostra compagnia.
Grata e onorata per essere stata allevata da voi. Vi voglio e vi vorrò sempre un mondo di bene!
Emanuela Trevisan Ghiringhelli


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