L’anno che verrà


Avevo 9 anni, quando Dalida presentò a Canzonissima la canzone Nel 2023. Correva l’anno 1969 e seppur non badando al significato del testo, mi pareva che quell’anno fosse lontanissimo, quasi irraggiungibile, eppure ora sono qui a tirarne le somme.
Il 2023 non è stato molto magnanimo con me, tutt’altro, ma la vita insegna l’impermanenza, la transitorietà dove tutto muta e che scorre nelle nostre esistenze a volte nel bene, altre nel male. Devo riconoscere a quest’anno che mi ha insegnato a essere forte, accettando con positività e serenità questi improvvisi cambiamenti.
Nonostante tutto, c’è sempre qualcosa per cui essere grati a questo anno che se va. Per la felicità quotidiana che trovo nel mio piccolo, grande mondo, per i tanti giorni vissuti con serenità e spensieratezza e per le persone che mi ha fatto incontrare che stanno lasciando un segno positivo nella mia vita.
Anche se in fondo cambia solo un numero, fa bene sperare che l’anno nuovo sia migliore come fosse un nuovo inizio, una nuova alba, un nuovo sogno da realizzare.
Per chi crede nella numerologia e ama attribuire ai numeri non solo un valore matematico, bensì li relaziona all’armonia della natura e dell’universo, il 2024, sebbene bisesto, è considerato un anno molto positivo in quanto dalla somma dei suoi numeri si ottiene l’otto, universalmente considerato dell’equilibrio cosmico, quasi magico. É il numero atomico dell’ossigeno, l’elemento che rende possibile la vita, otto sono i pianeti del nostro sistema solare: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno e otto sono le direzioni della Rosa dei Venti.
Numero palindromo, se ruotato di 90° rappresenta l’infinito, per il cristianesimo l’otto è un nuovo inizio e otto sono i raggi della Ruota del Dharma che simboleggia l’insegnamento buddhista nella sua globalità.
Per i cinesi, che hanno fatto della numerologia un’usanza tradizionale, il numero otto è molto importante e associato alla buona salute, alla prosperità e al successo, al punto che programmarono l’inizio della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino alle 8 di sera, 8 minuti e 8 secondi del giorno 8 agosto 2008, ovvero nell’ottavo anno del ventunesimo secolo.
Voglio credere anch’io che il 2024 sarà positivo, saluterò il nuovo anno reggendo sulla mano sinistra la mia piccola campana tibetana e scoccando solo dopo la mezzanotte il 108° rintocco, come è usanza fare nei monasteri Zen del Giappone, scambiandosi l’augurio Akemashite Omedetōu.
Per il Buddhismo e altre filosofie orientali il 108 è considerato un numero sacro; 108 sono i più importanti chakra nel corpo umano e tutti collegati tra di loro da canali energetici, 108 sono le tentazioni materiali a cui resistere per raggiungere il nirvana, 108 è il numeri dei peccati nel buddhismo tibetano e 108 sono i grani di un rosario Mala.
É comunque un numero che ricorre frequentemente nell’universo. Il diametro del sole è 108 volte il diametro della terra e la distanza del sole dalla terra è 108 volte il diametro del sole.
La distanza della luna dalla terra è circa 108 volte il diametro della luna.
In astrologia il metallo che simboleggia la luna è l’argento, il cui numero è 108 e sempre astrologicamente parlando, 12 sono le costellazioni e 9 i segmenti di arco, 12 case e 9 pianeti: il risultato di 12 per 9 é 108.
Al di là di tutte queste credenze esoteriche e ben auguranti, non chiedo al 2024 di realizzare chissà quale sogno, bensì solo salute e serenità per la mia famiglia.

Tanti auguri di Buon Anno!
Penso che il segreto affinché il 2024 sia un anno positivo per tutti è racchiuso nelle parole di una celebre citazione di Mahatma Gandhi:
La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

8 risposte a "L’anno che verrà"

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  1. Anche se in ritardo Le auguro buon anno! Il problema non e’ l’anno ma l”epoca in cui viviamo di cui non mi piace assolutamente nulla. Non mi piacciono i film, la musica, le automobili, le radio che sono computer, i modi di vestire, i modi di esprimersi e tante altre cose. Un’epoca che a me, nato nel 1964, non mi appartiene e non mi convince affatto.

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    1. Buonasera Fred, gli auguri sono sempre ben accetti, grazie!
      Condivido il suo pensiero in toto, non mi sento affatto a mio agio in questo ventunesimo secolo. Non seguo Sanremo dal 1987, quando vinse il trio Tozzi, Morandi e Ruggeri. L’ultima film visto al cinema è stato “Il tempo delle mele”. Quelle poche volte che accendo la TV guardo le repliche de “La casa nella prateria” e “La signora del West”, i film in bianco e nero, documentari. Ascolto musica degli anni 60-70-80 poi nel 2000 c’è stato il decadimento totale. Purtroppo questo mondo sta girando veramente al contrario! A proposito di bianco e nero, oggi ho creato una nuova pagina dove ho iniziato a raccontare i miei scatti in B&N. Se volesse dare una sbirciatina, mi farebbe piacere!

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