Barbara ed io volevamo trascorrere un piacevole pomeriggio a Malpensa Benessere, visitare gli stand di prodotti e tecniche olistiche senza un particolare interesse, giusto per curiosità, ma soprattutto per stare insieme un pò di tempo, la fiera in fondo é solo un pretesto.
La prima delusione l’ho avuta acquistando i biglietti online, un file PDF completo di QR code e codice a barre che pensavo di salvare sullo smartphone, invece mi ha stupito leggere le istruzioni per la stampa: “il titolo deve essere stampato in formato A4 e perfettamente leggibile, Caldamente consigliata una stampa di ottima qualità”. Un inutile spreco di carta, corrente e inchiostro, che ritengo non rispetti del tutto i canoni olistici in tema di ecologia consapevole.
A darci il benvenuto un grande stand di ferramenta (in abbinamento c’é anche Expo Elettronica) e accanto un furgone che sfornava piadine romagnola e altro street food, dal quale proviene un forte odore di fritto. Raggiungiamo in fretta l’unico padiglione dedicato al Benessere con molti, troppi spazi vuoti e stand di scarsissimo interesse: cioccolato, tisane strampalate (cacao e mascarpone!) robot da cucina, imponenti statue di Buddha, chincaglieria, gadgets, prodotti dimagranti e poco altro, una delusione totale, quindi non ci resta che guadagnare l’uscita dopo solo mezz’ora di permanenza.
“Non vorrai mica tornare a casa adesso?” mi chiede Barbara. Stavo giusto per porle la stessa domanda, per la serie che siamo sempre in sintonia. Pensiamo quindi alla prossima destinazione dove trascorrere il pomeriggio: le opzioni sono quattro passi nel centro di Gallarate o il lago. Vada per il lago, quello di Varese più vicino.







Prima tappa mordi e fuggi il lido di Bodio Lomnago, quindi decido di portarla a Cazzago Brabbia, che non conosce e a un tiro di schioppo. Parcheggiata l’auto, percorriamo le strette vie tra antichi edifici e romantici cortili, affascinate dai dipinti con protagonisti i coloratissimi pesci di Chicco Colombo, splendide opere del celebre burattinaio cazzaghese. Soggetti che non potevano essere altrimenti nel paese delle giazzér, le antiche ghiacciaie del ‘700 nel in quello che è il paese dei pescatori del lago di Varese per antonomasia, nonché sede dal 1922 della Cooperativa del Lago di Varese.
Passo dopo passo raggiungiamo il lago con la sua piccola darsena, con il salice piangente che sta mettendo i germogli e scorci che infondono tanto serenità.
Chiacchierando ci prendiamo un caffè, un succo di frutta sedute a un tavolino all’aperto del piccolo e grazioso bar, continuando ad ammirare il paesaggio e l’approssimassi del tramonto, con il sole che si specchia nelle acque fino a scomparire dall’orizzonte.





Il pomeriggio speso insieme, dedicato solo a noi due sta volgendo al termine, dopo aver riso tanto, parlato anche di cose serie e a fare progetti per le prossime uscite, in primis il Festival dell’Oriente il prossimo maggio.
Ma perchè andare alla fiera del benessere, quando per stare bene basta la compagnia di un’amica, un pò pazza come me. Se poi il contesto è anche rilassante, cosa chiedere di più?
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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