L’autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore (Albert Camus)


É un peccato stare in casa oggi. Non ci saranno ancora molte altre giornate miti, ho voglia di dedicarmi alle mie piante sul terrazzo, stare un pò in loro compagnia prima che vadano in letargo e sistemare i vasi dove sverneranno. Oggi l’orizzonte è un pò offuscato, le sagome delle montagne svizzere e della Grigna sono coperte dalla foschia, ci sono solo le nostre Prealpi a incorniciare il panorama. Il cielo è un’immensa tela dipinta di un azzurro tenue sulla quale lievi pennellate bianche disegnano piccole nuvole in fila indiana, che contrastano con i caldi colori del foliage autunnale tutt’intorno.
Mi rilasso occupandomi delle mie piante, inizio dal gelsomino. Faccio cadere, con lievi carezze, le foglie secche rimaste intrappolate tra gli intrecci dei rami rampicanti e anche se mi spiace distruggere il tappeto multicolore sulla superficie del vaso, le raccolgo piano, piano a mani nude.
Mi piace la terra, mi trasmette la sensazione di avere un contatto intimo con la pianta.
Ora tocca alla lavanda. Taglio i rami delle spighe ormai sfiorite, le tengo racchiuse nel pugno dalla parte dei fiori e muovendo la mano davanti al viso ne percepisco il forte profumo che adoro. Prendo un sacchetto di tulle, vi ripongo i rametti potati e lo lego sulla spalliera del letto. Voglio che questo profumo mi tenga compagnia per tutta la notte.
Osservo il vaso dove durante l’estate hanno dimorato diverse specie di semi. Ora c’è una piccola betulla con le prime foglie gialle, un minuscolo mandarino, qualche foglia di ciclamino e in mezzo a un cespuglietto di acetosella è spuntato anche un fungo. Questo miscuglio di piante che si è creato naturalmente mi fa sorridere e mi rende felice di aver dato loro la possibilità di trovare un posto dove germogliare.
Passo al vaso con il basilico, poto i rami sfioriti salvando le foglioline ancora verdi che possono insaporire il mio sugo. Le mie mani adesso odorano di questa meravigliosa pianta aromatica poi di rosmarino dopo aver sfregato gli aghi tra le dita, quindi faccio lo stesso con le foglie di alloro e con quelle del limone. Il mio olfatto s’inebria di meravigliosi profumi che mi rilassano donandomi una sensazione quasi di estasi e facendomi sentire parte di questa meravigliosa natura che mi circonda.
II questi due anni ho imparato ad amare questo mese d’ottobre, ad accettare le giornate che si accorciano e immedesimandomi nei ritmi della natura. Anch’io come gli alberi mi sto spogliando delle vecchie abitudini, scrollandole di dosso come se fossero foglie secche e preparandomi a vivere la mia terza età, la stagione della consapevolezza.
Senza fare programmi, sarà il tempo ad guidarmi in questa affascinante fase della vita, che non mi spaventa e che voglio vivere seguendo i miei ritmi sincronizzati con la natura, cercando di dilatare il tempo e dimenticando la fretta.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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