Era il tempo delle more…


Non sono ancora mature le more quest’oggi. Alcuni frutti devono ancora prendere forma e quelli che l’hanno già fatto sono ancora di un bellissimo rosso intenso. Non ho resistito a scattare questa foto stamane, adoro la frutta spontanea e ne sono felice quando la trovo ancora rigogliosa. Mentre cercavo il soggetto da immortalare mi è venuta in mente Era il tempo delle more, cantata nel 1971 dall’indimenticabile Mino Reitano, allora ero un’ingenua ragazzina undicenne che sognava ascoltando quelle canzoni rimaste immortali, come Pensieri e Parole del grande Lucio Battisti, Tanta voglia di lei e Pensiero de I Pooh, tanto per citarne alcune. Potrei fare un elenco lunghissimo delle vecchie canzoni che ancora oggi mi suscitano forti emozioni e ricordi, uno su tutti quello evocato da L’isola di Wight dei Dik Dik, che sancì l’inizio della mia esperienza nel nuoto agonistico, quando riuscii ad entrare nella Rari Nantes Milano. Lo so, sono un’inguaribile romantica che vive di ricordi che mi fanno stare bene, forse perché ai nostri giorni, Il Volo e Ed Sheeran a parte, non c’è più nessuno che mi trasmette emozioni forti. Continuo a rivedere video dei concerti dei Queen che adoro, ho pianto vedendo il film Bohemian Rapsody e non perdo occasione per rivedere Sapore di mare, quello che reputo il capolavoro di Carlo Vanzina, uno spaccato delle vacanze dei giovani degli anni ’60, quando passavano giorni prima di concedere il primo bacio. Una colonna sonora fantastica, a partire dall’omonima canzone di Gino Paoli, a I Watussi e Abbronzatissima di Edoardo Vianello, a Il cielo in una stanza di Mina, a Cuando calienta el sol e Sei diventata nera di Los Marcellos Ferial, fino a Una rotonda sul mare di Fred Bongusto, Una carezza in un pugno di Adriano Celentano e terminando con Celeste nostalgia di Cocciante. Questo film lo rivedrò sempre per tutte le estati della mia vita, sarà per me come andare in ferie al mare, quel mare che non vedo da undici anni, ma che in fondo in fondo non mi manca. Quando passano gli anni ed impari a vivere nella consapevolezza, impari ad accettare gli eventi che ti riserva e capire quali sono le cose che ti fanno sentire veramente bene. Ascoltare il silenzio, svegliarti con il cinguettio dei merli, leggere un libro, guardare un film che reputo bellissimo, farmi venire la pelle d’oca per la voce di Freddy Mercury, accarezzare i miei gatti, scattare foto che mi suscitano emozioni… cose che magari vanno sorridere con ironia qualcuno, ma fanno parte del mio bagaglio di felicità.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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