Povero Oliver, lui che è così timido, schivo da carezze che non siano fatte dalla mia mano o quella di Fulvio, che si trova a suo agio solo nella nostra casa. Oggi gli è toccato un giro dal vetrinario per lui inatteso e non gradito, vaccinazione e eco-cardio di controllo. I gatti Norvegesi delle Foreste hanno una stazza importante e una certa predisposizione alla cardiomiopatia ipertrofica o HCM, quindi è consigliabile questo controllo ogni due o tre anni. Ha iniziato a miagolare appena l’abbiamo chiuso nel trasportino e la sua litania ci ha accompagnato per tutto il tragitto fino all’ambulatorio poi una volta in sala d’attesa si è ritirato sul retro di quello che per lui era diventato il suo bunker di protezione, stampato come una tappezzeria pelosa sulla parete posteriore, sempre miagolando e tremando. Mi si stringeva il cuore, all’improvviso pensavo se fosse proprio necessario sottoporlo a un simile stress e avvicinandomi ho iniziato a parlargli sperando di calmarlo. Non volevo crederci, il suo incessante miagolio era accompagnato da grossi lacrimoni che stavano rigando quell’adorabile musino e che continuavano a scendere anche quando l’abbiamo messo sul tavolo per iniziare l’ecocardiografia. Tremava sobbalzando come un martello pneumatico e quegli occhioni pieni di lacrime pareva mi invocassero aiuto. Mentre Fulvio lo teneva fermo accarezzandolo, ho preso la sua testolina tra le mani facendogli i grattini per tranquillizzarlo e le lacrime hanno finalmente cessato di scendere. Un’emozione di paura manifestata come fosse un bambino che poi si calma quando sente sul suo corpicino quelle mani che lui conosce bene e gli trasmettono ogni giorno tanto amore. Non piangere più…. Ti vogliamo bene Oliver!
Emanuela Trevisan Ghiringhelli