A volte, la cosa più importante nell’arco di una giornata è la pausa che facciamo tra due respiri profondi (Etty Hillesum)


La prima luna nuova di questo 2021 mi ha giocato un brutto scherzo. Nel primo pomeriggio abbiamo provato la glicemia a Kimi, il nostro micione diabetico, il solito controllo di routine di un periodo in cui va discretamente bene grazie alle due somministrazioni quotidiane di insulina.
Non beve molto, il mantello di pelo è lucido e non arruffato, è molto attivo, corre, gioca con il suo nipotino Oliver, fanno la lotta… avrei messo la mano sul fuoco che il risultato sarebbe stato soddisfacente. Invece non è andata così, quando è comparso il valore sul glucometro non volevo crederci: 427 mg/dL. Era dal mese di marzo che non saliva così tanto, poi Maria, la nostra veterinaria, gli ha tolto le crocchette per diabetici dalla dieta, compensando con una maggiore quantità di umido e subito i valori si sono abbassati e stabilizzati. Non so cosa ho sbagliato, tra un paio di giorni la ricontrolleremo sperando che sia stato solo un picco sporadico.
Nonostante tutti gli sforzi per rimanere calma, la rabbia e la tensione nervosa iniziava a farsi sentire, dovevo uscire e anche se la testa andava un pò per conto suo, ho comunque portato con me la macchina fotografica.
La leggera brezza di vento ha ampliato gli orizzonti, quindi ho scelto di andare al Belvedere, mi sono seduta su una panchina sperando che la bellezza del panorama che avevo davanti agli occhi mi sciogliesse il nodo allo stomaco, ma non è stato così. Non sono pazza a stare male per un gatto, solo chi adotta un animale nella consapevolezza di questo gesto può capire.

Inizio a scattare qualche qualche foto al nostro piccolo lago circondato dal Campo dei Fiori spolverato di neve, alla catena del Monte Rosa. Non so quanti scatti ho fatto nel tempo dal Belvedere, all’alba, al tramonto, nelle giornate di vento… non è mai lo stesso, ma sempre affascinante.

Faccio quattro passi lungo una strada privata che scende verso il lago e all’interno di una proprietà privata scorgo un gregge di pecore. Seguo la recinzione finché raggiungo un cancello tra le cui inferiate riesco a far passare lo zoom della Nikon. Non ho molto “spazio di manovra”, ma mi accontento e scatto un pò di foto ai dolci ovini che pascolano.

Ritorno sui miei passi, mi siedo nuovamente sulla panchina del Belvedere, aspetto che il sole del tramonto colora di rosa le nuvole…un ultimo scatto e m’incammino verso casa.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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