Il primo sole di giugno m’invita a una breve passaggiata attorno a casa, dove tutto sembra più bello, illuminato dalla sua luce. Accanto al marciapiede c’è una rivetta con una piccola aiuola che ospita un bellissimo acero rosso dalla forma a ombrello, che cattura sempre la mia attenzione. Non ho fretta, mi fermo e osservo le sue foglie, alcune verdi, la maggior parte rosse, un capolavoro della natura. Mi viene d’istinto di mettere la testa sotto questo magnifico ombrello naturale e guardare all’insù. I suoi rami disegnano un volto, un ampio sorriso e salendo intravedo la sagoma di un naso, due occhi grandi, le sopracciglia e in mezzo alla fronte fa capolino il sole, quasi volesse rappresentare il terzo occhio, quella ghiandola pineale che sembra trovarsi celata anche nella fiaba di Pinocchio, proprio nel nome del famoso burattino e che rappresenta il suo passaggio dallo stato di burattino a illuminato.
Questo acero che mi sorride mostrandomi anche il suo terzo occhio ha il sapore di un presagio, non un messaggio esoterico, bensì il suggerimento ad avere una maggiore consapevolezza nei confronti della natura e del pianeta. Nella Giornata Mondiale dell’Ambiente voglio dare questa lettura al mio incontro con l’acero, ritenuto dagli antichi un albero del Bosco Sacro.
L’edizione 2022 è ospitata dalla Svezia che lancia ancia lo slogan “Only One Earth”, lo stesso del 1972 quando a Stoccolma venne organizzata delle Nazioni Unite la prima conferenza sull’ambiente.
Ribadisco per l’ennesima volta che la pandemia e i lunghi periodi di lockdown non sono stati da insegnamento a tante persone in materia di educazione ambientale, tanto meno è insito in molti in rispetto e la consapevolezza nei confronti del nostro pianeta malato. Basti pensare che accanto alle microplastiche presenti da anni negli oceani, ora troviamo anche grandi quantità di mascherine chirurgiche, ognuna in grado di rilasciare nell’ambiente marino fino a 173mila microfibre al giorno.
Non bastano i progetti di transizione ecologica, ogni abitante della Terra dovrebbe impegnarsi a vivere in modo sostenibile e in armonia con la natura, modificando gradualmente i propri stili di vita.
Il punto di non ritorno è vicino e solo l’uomo può metterci una pezza per medicare questo ambiente gravemente malato per mano sua. I buoni propositi all’insegna della sostenibilità non vanno scritti solo oggi, ma messi in pratica ogni giorno della nostra vita.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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