É stata dura convivere con una madre maniaca dell’ordine. Penso che abbia sempre sofferto di un disturbo ossessivo-compulsivo, perchè anche ora, che è ospite in una RSA, rende vita difficile al personale nella gestione del suo armadio. Ho iniziato una convivenza parziale con i miei genitori all’età di 8 anni, nei fine settimana che passavo a casa dal collegio, divenuta quindi totale dai 14 ai 21 anni, età in cui mi sono sposata. L’imposizione di mia madre di riporre negli armadi e cassetti tutti i capi d’abbigliamento in buste di cellophane, perfino la biancheria intima, mi ha indotto ad avere un rifiuto per l’ordine, con l’eccezione dell’ambito lavorativo. Ho sempre ritenuto fondamentale che in mia assenza dall’ufficio chiunque dovesse essere in grado di trovare qualsiasi pratica, facendosi guidare unicamente dalla logica o buon senso, pertanto ho sempre prestato molta attenzione all’ordine degli armadi dell’archivio.
In occasione del trasloco di tre anni fa ho iniziato a darmi una piccola ridimensionata. Svuotando mobili, armadi e pensili della cucina per imballare ogni suppellettile da trasferire nella nuova casa, ho trovato cose e indumenti che nemmeno ricordavo di avere e che non mi capitavano tra le mani da tempo perchè conservati nel modo sbagliato. Innanzitutto ho fatto una selezione del superfluo da eliminare, donando soprammobili, oggetti, regali ricevuti e mai utilizzati all’Associazione A-mici randagi di Varese, che si occupa delle colonie feline e dei gatti che cercano una famiglia. In tempi pre Covid organizzavano mercatini dove vendevano per pochi euro ogni genere di oggetti riciclati che permetteva loro di realizzare piccole somme, comunque sufficienti ad acquistare un pò di pappa per i gatti. Fatta questa cernita, ho cercato di dare la giusta collocazione ad ogni oggetto nella casa nuova, ma è stato comunque un lavoro svolto di fretta in quanto lavoravo.
Nel mio piccolo caos mi sono sempre ritrovata e tanto meno mi ha mai procurato disagio, pertanto giorno dopo giorno il disordine ha iniziato nuovamente a prendere il sopravvento negli armadi e cassetti.
Da quando ho smesso di lavorare mi sono ritrovata improvvisamente ordinata. Poco alla volta ho riordinato tutto… dai pensili della cucina alla credenza e cassettiera del soggiorno, dall’armadio ai cassetti dei comodini e comò. Per fare tutto questo mi sono fatta in parte aiutare da un libro, Il magico potere del riordino di Marie Kondo, scrittrice giapponese di libri di economia domestica ed ideatrice del metodo KonMari, che dispensa consigli anche per mezzo del suo canale YouTube. Su un punto non concordo con lei e precisamente in merito ai libri mai letti: “il giorno in cui deciderete di leggerli non arriverà mai, quindi meglio disfarsene”. A me piace molto leggere e anche rileggere anche testi vecchi e sono certa che presto o tardi leggerò tutti i libri che ho in casa. Considero il riordino una pratica della filosofia Zen, voler far pulizia nella propria vita delle cose che appartengono al passato e non ci sono più utili o ci impediscono di voltare pagina. Ora mi sento più leggera e la mia mente è più libera. Quando cerco qualcosa non perdo più tempo per trovarla ed anche aprire un’armadio o un cassetto e vedere tutto in ordine mi da un senso di tranquillità. Anche l’aspetto cromatico della disposizione dei capi infonde un senso di allegria e mi porta a scegliere istintivamente cosa indossare facendomi trascinare dallo stato d’animo del momento. Ora mantenere in ordine armadi, cassetti, pensili e credenze è diventata una pratica meditativa e di consapevolezza, che mi è d’aiuto anche quando sto per fare un acquisto, chiedendomi se quella cosa mi serve veramente. Fare decluttering regolarmente mi diverte ed è diventata una buona abitudine, è un pò come spalancare le finestre e cambiare aria. Non avrei mai pensato che diventare organizer di me stessa, mi facesse piacevolmente entrare nel mondo delle persone ordinate!
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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