Questa volta ho voluto strafare, non mi era mai successo di prolungare per tre giorni i festeggiamenti del mio compleanno.
Quello dello scorso anno non lo dimenticherò mai, il primo da pensionata, un’ottimo pranzo a base di pesce alla Voce del Mare di Azzate, cucinato sempre in modo sublime da Anna e travolta dall’allegria contagiosa di Emilio, in compagnia della mia amica Antonella e la mia dolce metà per festeggiare i miei 60 anni.
Inspiegabilmente il mio sesto senso, che troppo spesso mi spaventa, mi aveva fatto percepire un non so che di strano nell’aria, limitando la spensieratezza quella piccola festa. Era il 21 febbraio 2020, una data che rimarrà purtroppo scritta in modo indelebile nella storia del nostro paese e che ci ha cambiato la vita, stravolgendola.
Quel giorno ho fatto della citazione della pittrice messicana il mio mantra, facendomi la promessa di imparare a volermi più bene, mettendo in atto una serie di cambiamenti che possano rendere migliori gli anni che mi restano da vivere, soprattutto prestando attenzione ai segnali che mio corpo mi invia, facendo cose che mi gratificano e allontanando dalla mia vita quelle persone e quegli obblighi che mi creano disagio, semplici accorgimenti che implicano anche una piccola dose di sano egoismo che non guasta.
A distanza di un anno sono orgogliosamente soddisfatta dei risultati. Innanzitutto mi sono liberata, quasi naturalmente e senza fatica, di una parte importante di quel fardello di sovrappeso che provocava problemi alla mia salute, uno zaino così pesante da trasportare, che al momento ho svuotato solo in parte e dal quale mi libererò nell’arco di qualche mese.
L’aver imparato a vivere nella consapevolezza e dato vita a questo blog, che mi sta regalando tante soddisfazioni, sono la chiosa dei cambiamenti che hanno dato una svolta positiva alla mia vita.
E così per il mio sessantunesimo compleanno mi sono regalata due feste, la prima nel giorno canonico in compagnia di Antonella e la seconda ieri con i nostri cugini Emanuela e Felice, due momenti che mi hanno riempito di gioia.
Amo cucinare, ancora di più se si tratta di piatti della tradizione lombarda. Domenica ho preparato i pizzoccheri e per dolce un tiramisù, piatti molto calorici che abbiamo smaltito passeggiando per le vie più antiche del mio paese che adoro.
Per il pranzo di ieri ho cucinato i brüscitt, piatto tradizionale bustocco dalla cottura molto lenta e lunga, piccolissimi e ottimi bocconcini di diaframma di manzo della premiata e centenaria macelleria Sassi di Azzate, accompagnata dalla polenta rustica, macinata a pietra dall’antico Molino Bernasconi di Malnate, che non poteva che finire condita anche con dell’ottimo gorgonzola… la morte sua!
Per dolce ho voluto la mia torta preferita, la Sacher in onore della mia nonna materna e che ho affidato alla maestria della pasticceria Marcolli di Azzate.
Per finire la giornata una salutare passeggiata in compagnia alla Piana di Vegonno e in mezzo ai boschi costellati dell’azzurro intenso dei fiori di San Giuseppe, primule gialle e gemme sui rami degli alberi, una meravigliosa natura foriera della primavera che si avvicina.
Questo è per me volermi bene. Festeggiare il compleanno fuori dagli schemi, con le presone che mi fanno sentire bene in loro compagnia, godendo delle cose semplici, cucinando pietanze che sono pietre miliari delle nostre radici con ingredienti provenienti dalla mia terra insubre, vivendo il mio paese a 360°, sia acquistando dai commercianti locali e non stancandomi mai di apprezzare quanto di bello e rilassante offre il suo territorio. Cosa chiedere di più?
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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