Quando ero piccina non avevano ancora inventato la festa dei nonni che si festeggia da soli 15 anni e comunque non avevo di certo bisogno di una ricorrenza per dimostrare il mio affetto alla mia dolcissima nonna paterna, Ida, con la quale ho condiviso 18 anni della mia vita.
Purtroppo non ho mai conosciuto la nonna materna, Antonietta e ne sento una grande mancanza affettiva.
Se anche non fosse scomparsa a soli 63 anni nel 1948, forse non avrei fatto comunque in tempo a conoscerla e godere qualche anno della sua compagnia. Nacque a Innsbruck nel 1885 e si trasferì in quel di Lodi a vent’anni quando si sposò e divenne subito madre della sua primogenita. La vita non gli fece sconti, tutt’altro. Non fu facile per lei vivere in Italia il periodo di due guerre che vedeva gli austriaci nemici del popolo italico e fu struggente perdere la sua secondogenita appena diciassettenne per un gesto estremo.
Talvolta vorrei avere la macchina del tempo e farmi riportare negli anni ’30, incontrarla nella sua piccola bottega di modista nei pressi dei Bastioni di Porta Nuova dove creava e cuciva modelli esclusivi per le signore della borghesia milanese mentre intonava la Mattinata di Leoncavallo.
Mi sarei fatta insegnare la sua lingua madre che nessuno dei suoi quattro figli ha mai imparato e che ho comunque studiato perchè lo ritenevo un dovere affettivo nei suoi confronti.
Ho trascorso per dieci anni le ferie in Austria nel suo Tirolo, dove percepivo la sensazione di sentirmi a casa e perfezionavo quel tedesco per molti tanto ostico ma non per me.
Da circa 40 anni faccio sogno ricorrente, che si ripete molto di sovente. La nonna è in una piccola stazione di paese con un’amica e mi vede di spalle davanti a lei sulla pensilina in mezzo ai binari. Io indosso un abito bianco a pois neri che lei stessa aveva confezionato e indicandomi all’amica dice in tedesco: Quella ragazza è mia nipote ed indossa un vestito che cucito con le mie mani (das Mädchen ist meine Enkelin und sie trägt das Kleid, das ich mit meinen Händen genäht habe).
E’ solo un sogno che si ripete di tanto in tanto, dove compare bellissima, i capelli ondulati sciolti sulle spalle, con un vestito dallo sfondo blu e fiori rosa cipria stile anni ’30, l’unico momento in cui ci incontriamo anche se nel mondo onirico. Al risveglio improvvisamente tutto svanisce lasciandomi un profondo senso di felicità per averla vista e sentita parlare.
Ti voglio un mondo di bene nonna…. tanti auguri!
Emanuela Trevisan Ghiringhelli